E’ possibile essere “cattolico vegetariano”? (1)
E’ possibile essere “cattolico vegetariano”? (1)
Gen 06[ad#Ret Big]
Introduzione al problema
Esistono alcune associazioni i cui membri si professano “cattolici vegetariani”. Da un lato, essi sostengono di credere alla dottrina cattolica e di obbedire ai suoi precetti; dall’altro, affermano di combinare a questo stile di vita una condotta alimentare di tipo vegetariano. Sono convinti che si possa essere sia cattolici sia vegetariani senza inciampare in alcuna contraddizione perché, a loro avviso, i due modi di vita sarebbero compatibili. Ma è proprio così?
Immaginiamo una persona qualunque che desideri aderire a un’associazione di cattolici vegetariani. Chiamiamola Ruggero, come il personaggio verdoniano del film Un sacco bello (1980), ma potrebbe essere ciascuno di noi. Dato che condizione necessaria e sufficiente per associarsi è essere cattolico vegetariano, Ruggero potrà aderire all’associazione solo se è insieme cattolico e vegetariano. Ciò vuol dire che Ruggero potrà associarsi solo se l’enunciato ‘Ruggero è cattolico vegetariano’ è vero; ma affinché l’enunciato sia vero, devono essere contemporaneamente veri i suoi due enunciati componenti: ‘Ruggero è cattolico’ e ‘Ruggero è vegetariano’.
È possibile essere cattolici e vegetariani nello stesso tempo? Cercherò di mostrare che non lo è. Si può essere solo cattolici (come l’anziano parroco del paese) oppure solo vegetariani (come un mio amico Hare Krishna) oppure non cattolici né vegetariani (come il venditore di kebab sotto casa); ma essere cattolici vegetariani è un ossimoro, come “Pablo il pinguino freddoloso” di Walt Disney.
Di conseguenza, Ruggero non potrebbe essere membro di una tale associazione, non perché non abbia sufficiente denaro in tasca per pagare la quota d’iscrizione, né perché non condivida alcuni punti dello statuto associativo, e nemmeno a causa dei tentativi di dissuasione di suo padre. Semplicemente Ruggero non può associarsi – né potrebbe chiunque altro – perché essere cattolico ed essere vegetariano nello stesso tempo è impossibile.
Nei prossimi articoli proverò a chiarire, anzitutto, che cosa significhi ‘essere vegetariano’ e che cosa significhi ‘essere cattolico’ relativamente a una persona. In secondo luogo, tenterò di mostrare che gli enunciati ‘Ruggero è cattolico’ e ‘Ruggero è vegetariano’ sono contraddittori, ossia non possono essere contemporaneamente veri.
Articolo successivo: È possibile essere “cattolico vegetariano”? (2)
Per me scrivi diverse cavolate, basta guardare tutti i santi vegetariani e te ne rendi conto. Comunque facciamo decidere al Papa cos’è vegetariano. Inoltre io sono iscritta all’associazione e non credo proprio che serva “sufficente quota di denaro” in quanto la quota d’iscrizione ad associazione cattolici vegetariani è un euro al mese e comunque chi avesse difficoltà pure per quell’euro può scrivere all’amministrazione ed essere esentato dal pagamento… quante cavolate che leggo in questo filosofia blog…
con questo credo cada ogni tua affermazione, visto che la Sacra Bibbia scrive apertamente che prima del peccato dell’uomo l’alimentazione che Dio pensava per l’uomo era vegana “E Dio disse: “Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, ed ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di nutrimento”, nello specifico ecco un documento del vaticano che lo spiega… http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_20080511_bibbia-e-morale_it.html o vuoi forse insegnare alvaticano come essere cattolici?
Cattolica vegetariana,
grazie per la citazione biblica (che conoscevo) e per il documento vaticano (che non conoscevo). Entrambi però non mi convincono, per ragioni che risulteranno più chiare nei prossimi articoli – ora siamo appena all’introduzione! – dove esporrò un ragionamento senza la pretesa di insegnare alcunché.
Anzi, se qualcuno mostrerà con argomenti razionali che il ragionamento che avrò proposto è debole o fallace, e dove di preciso stiano debolezze o fallacie, sarò lieto di aver imparato qualcosa. Ma affinché ciò possa avvenire, occorre portare un po’ di pazienza: devo prima svolgere l’argomento a sostegno della mia tesi. Solo in conclusione potremo valutare con precisione che cosa sta in piedi, che cosa traballa e che cosa è infondato.
Tuttavia, ammetto da subito (e volentieri) un “limite” del mio ragionamento: per capire che cosa significhi ‘vegetariano’ ho preferito consultare qualche buon dizionario di lingua italiana, senza scomodare il Papa.
28 Dio li benedisse e disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra;
soggiogatela e dominate
sui pesci del mare
e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente,
che striscia sulla terra».
Molto male, le citazioni parziali.
Anticipo che nel verbo “dominare”, dal vocabolario, è implicito il concetto di farne ciò che vuoi, ivi incluso mangiarne. Come d’altronde si vede per il sacrificio di Isacco, poco più avanti, trovatelo da soli, tanto so che sapete dov’è. 🙂
Concordo…molto male le citazioni parziali e ma interpretate…il brano da te citato si deve leggere insieme a Gn.2,15 dove viene detto ” Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden perche’ lo coltivasse e lo custodisse”. “Dominare” e “soggiogare” si traduce in un “coltivare” e “custodire” tutto cio’ che fa parte delgiardino. Inoltre per interpretare bene un brano biblico occorre sempre guardare il testooriginale ebraico e non la traduzione che spesso non rende bene il significato. Il verbo che in italiano viene tradotto con “dominare” significa in realta’ “guidare” e “pascolare” e richiama l’azione del Buon Pastore (Gesu’)che ha cura del suo gregge. L’uomo e’ chiamato ad avere la stessa cura per tutte le creature a lui affidate e non ne puo’ fare cio’ che vuole perche’ non gli appartengono.
Cercare il significato di “dominare” o di qualsiasi altra parola biblica in un semplice vocabolario italiano e’ un errore madornale!!!
Quelle sono solo storie collocate nel loro tempo, caratterizzate da usi e costumi tribali ed in cui era praticato il sacrificio.
Meglio osservare l’operato de la vita dei grandi santi della nostra storia, come San Francesco di Paola, che scriveva:
salva un agnellino, un cervo e i pesci pescati San Francesco di Paola è conosciuto per diversi episodi riguardanti gli animali: in modo particolare per il salvataggio e la risurrezione dell’agnellino Martinello (a cui era molto legato, il quale era stato rapito per essere mangiato). Profonda è l’affermazione in proposito del vegetarianesimo: “Prima che il mondo decadesse dalla sua integrità, non si usava in esso mangiar carne… gli uomini si contentavano di ciò che produceva la terra; la vita della selvaggina era tranquilla, perché non si era ancora appreso a sostentarsi con la morte degli animali”.
Badiate alle evidenze dei nostri tempi, più che alle legende lontane millenni.
senza offesa, ma avrei altro da fare che leggere i tuoi ragionamenti 🙂 tanti saluti
Nessuna offesa, figurati! A presto!
internet è il regno degli imbecilli che mettono blog sparando minchiate al mondo pensando di… pensare. Cosa assai ardua, che necessiterebbe di talento. Purtroppo siamo nell’era della connessione delle zucche vuote, che ci volete fare… è il declino della civiltà.
La cosa incredibile è che ormai la filosofia non insegni più a ragionare, segno evidente della qualità infima degli insegnanti, tutti politicizzati, ma incapaci di trasmettere la conoscenza che non hanno…
Stefano,
oltre a insulti e lagnanze, hai un’obiezione razionale (una sola, anche piccolina) da opporre alle tesi enunciate nell’articolo? Se sì, ti sarei grato se la presentassi alla pubblica discussione, perché potrebbe rendere più interessante questo scambio di battute.
Stefano sei troppo simpatico 🙂 non ti conosco ma ammetto che il tuo articolo mi ha fatto sorridere! Grazie 🙂 Ps: Povero Ruggiero, sarà rimasto male ;-)))))
Marilena, anch’io credo di non conoscerti ma – chissà – forse ci siamo incontrati a qualche festival vegetariano o vegano. E lieto di averti fatta sorridere se è vero che, come affermava Charlie Chaplin, “un giorno senza sorriso è un giorno perso”.
come cattolica ( e referente dei cattolici vegetariani) credo in una Gioia che è più di un passegero sorriso, ma si è vero che anche allietare un pò una giornata con un articolo come questo fa bene all’umore 🙂 per cui grazie.
Prego, Marilena! Allora mi auguro che altri miei articoli possano regalarti qualche sorriso… che considero preziosissimo proprio perché passeggero.
Leggere che essere CATTOLICI e VEGETARIANI non è possibile è come scrivere che quando si ha sete NON è possibile bere ACQUA !
E’ la cosa più assurda e sbagliata che ho letto sulla rete da quando nel 2001 ho iniziato a farlo.
Nella sacra Bibbia, in particolare nel Nuovo Testamento ( ma anche nell’Antico Testamento seppur si possono notare delle opinioni discordanti negli esegeti )ci sono moltissimi passi in cui è evidentissimo che UCCIDERE altri esseri viventi NON è in linea con il volere di Cristo, nel modo più assoluto quindi la domanda da farsi è molto diversa ed è la seguente :
E’ possibile essere CRISTIANI e NON seguire una dieta VEGETARIANA ?
La risposta è affermativa ma questo accade semplicemente perchè dopo i primi decenni in cui i CRISTIANI avevano seguito alla lettera gli insegnamenti di GESU’la Chiesa si è allontanata progressivamente da questa perfetta pratica dando libertà di scelta pur mantenendo l’idea diffusa che restava la strada migliore per mantenere la propria anima e corpo vicina al proprio Dio ( = Gesù Cristo ) e questo è stato un grave errore, uno sbaglio che ha portato purtroppo nei secoli a NON rispettare la VITA nè deli animali nè degli umani.
Essere contro l’aborto ( giustissimo ) e accettare come normale, ordinario, corretto UCCIDERE senza avere in realtà NESSUNA NECESSITA’VITALE ( difatti non mangiando carne per esempio si sta MOLTO MEGLIO, mangiarla accresce molto solo la possibilità di contrarre malattie cardiovascolari e tumori, non serve assolutamente ad altro viste le incredibili risorse di proteine vegetali che ci sono in natura )è una grande INCOERENZA che contribuisce purtroppo a generare morti innocenti tra gli animali e tra gli umani.
Dio nel Nuovo Testamento ha dato la possibilità di uccidere per mangiare SOLO IN CASO DI REALE NECESSITA’ e oggi invece questa REALE NECESSITA’ non esiste quindi continuare a parlare dell’argomento non ha senso.
TUTTI i CATTOLICI dovrebbero essere VEGETARIANI e rispettare di conseguenza la VITA, il CREATO, questa è al risposta a qusto blog !
Moreno Mancini
Moreno,
grazie per il Suo commento, al quale si potrebbero sollevare molte obiezioni (distinzioni poco chiare, definizioni troppo ampie, citazioni inesistenti, ragionamenti non conclusivi, fallacie informali di vario genere), ma la faccio breve per andare dritto al punto.
Se concorda con l’idea che essere vegetariano significhi non mangiare carne (salvo in caso di “necessità vitale”), e se concorda con l’idea che essere cattolico significhi credere di mangiare effettivamente il corpo di Cristo, ossia la sua carne (atto privo di “necessità vitale”), allora come può qualcuno affermare di essere contemporaneamente cattolico e vegetariano senza contraddirsi?
Questa è la mia domanda alla Sua presunta risposta.
Scusa, ma questo articolo ha presupposti errati ed anche un tantino presuntuosi.
Stai dicendo che un cattolico è obbligato a mangiare carne. Ma non è così.
Per il resto, consiglio questa lettura: https://www.avvenire.it/agora/pagine/vegetariani-
Ciro,
grazie per il commento, ma la tua affermazione, secondo cui il cattolico non è obbligato a mangiare carne, contraddice alcuni passaggi fondamentali del Catechismo, ai quali – a mio avviso – nessun cattolico potrebbe negare il proprio assenso. Difatti, come chiarisco in un articolo successivo collegato a questo, le premesse su cui si basa il mio ragionamento sono le seguenti:
P1. L’ostia consacrata è il corpo di Cristo [Catechismo 282, 283];
P2. Il corpo di Cristo è carne [Catechismo 85, 86, 92];
P3. Il cattolico è obbligato a mangiare l’ostia consacrata almeno una volta all’anno [Catechismo 287, 290].
Se assumiamo come vere queste tre premesse (per metterci dal punto di vista del cattolico, il quale appunto crede che siano vere), possiamo derivare le seguenti conclusioni:
C1. L’ostia consacrata è carne [per P1 e P2];
C2. Il cattolico è obbligato a mangiare carne [per P3 e C1].
A mio avviso, nessuna persona che creda nella verità di P1, P2 e P3 (tipicamente, nessun cattolico) e accetti le più elementari inferenze della logica potrebbe discordare con C1 e C2. Se qualcuno discordasse con tali conclusioni, delle due l’una: o non crederebbe nella verità di almeno una di quelle premesse, oppure negherebbe la validità di alcune basilari regole logiche.
Ora, procediamo con il ragionamento considerando la tua affermazione e assumendola come vera: tu sostieni che i cattolici non sono obbligati a mangiare carne. Molto bene. Se però i cattolici non sono obbligati a mangiare carne [contro C2], allora essi non sono obbligati nemmeno a mangiare l’ostia consacrata, la quale appunto – almeno dal loro punto di vista – è carne [per C1]. Tuttavia, i cattolici sono obbligati a mangiare l’ostia consacrata [per P3]. Pertanto, non è vero che i cattolici non sono obbligati a mangiare carne [per riduzione all’assurdo].
Con questo, basandomi su premesse tratte dal Catechismo e assunte come vere, e utilizzando il procedimento argomentativo di riduzione all’assurdo, ritengo di aver confutato la tua affermazione, secondo cui il cattolico non è obbligato a mangiare carne. Perciò, di nuovo, nessun cattolico che creda nella verità di quelle premesse e faccia buon uso della logica potrebbe accettare come vera la tua affermazione. E per inciso: se quelle premesse sono errate o presuntuose, sarebbe il caso di segnalarle ai redattori del Catechismo!
Stefano, queste contraddizioni alimentari cattoliche, che stigmatizzi con dimostrazioni logiche, valgono solo per il cattolicesimo di oggi. Se vogliamo invece analizzare l’intero orizzonte Cristiano, focalizzando la questione sulle origini di questa religione, vedrai Tu stesso che la dieta carnea è incompatibile con il messaggio di Cristo. Da filosofo, devi giustamente dubitare di tutto… ma se vuoi chiarire veramente la questione, dai uno sguardo al libro “i cristiani non mangiano carne” di Andrew Ballance, che indaga proprio su questo… Poi facci sapere.
Federica,
ti tingrazio per il suggerimento di lettura – che non mancherò di seguire – e per il tuo commento in generale, che introduce una prospettiva storica nella discussione del problema, laddove la mia argomentazione potrebbe prestare il fianco all’accusa di scarsa attenzione per la storia della cristianità.
Ora, concordo con te che la contraddizione rilevata negli articoli potrebbe non porsi per il cristianesimo delle origini, perché – per quanto ne so – la trattazione della presenza reale di Cristo nell’Eucaristia non viene formulata prima del IX secolo, il termine ‘transustanziazione’ non compare prima dell’XI secolo e il relativo dogma (puntualmente ripreso nel Catechismo odierno) non viene fissato che qualche secolo più tardi. Pertanto, nei primissimi secoli del cristianesimo poteva non sorgere nella coscienza dei credenti una “tensione” tra la loro eventuale dieta vegetariana e la credenza di assumere la carne del corpo di un uomo durante uno dei loro principali rituali.
Tuttavia, dobbiamo tener presente che oggi abbiamo a che fare con cristiani del XXI secolo (non con cristiani del I o II secolo) e che sulle credenze degli odierni cristiani cattolici gravano le vicissitudini di due millenni di controversie teologiche, dispute filosofiche, concili, riforme, controriforme e proclami ex cathedra. Perciò mi sembra che l’introduzione di una prospettiva storica che rimandi alle origini del cristianesimo complichi la questione anziché risolverla, perché a mio avviso solleva almeno tre problemi.
(1) Come possiamo essere certi che lo studio del cristianesimo originario possa dirci qualcosa di autentico su come è – o dovrebbe essere – il cristianesimo cattolico odierno, senza rischiare di scivolare in una fallacia genetica?
(2) Se riteniamo che il cristianesimo delle origini sia più aderente allo “spirito” del messaggio evangelico, come dobbiamo valutare quei passaggi del Catechismo che si richiamano esplicitamente a formulazioni dottrinarie dei secoli successivi, che sono pertanto estranee a quel contesto originario?
(3) Se invece riteniamo che il cristianesimo originario e il cristianesimo cattolico odierno – di cui il Catechismo è un’espressione – siano ugualmente vicini al messaggio evangelico, come è possibile conciliare il vegetarianesimo cristiano delle origini con il dogma cattolico della transustanziazione e il precetto di assumere l’Eucaristia?
Un caro saluto!
In base al tuo ragionamento, se i vegetariani non possono ricevere l’ostia consacrata perché essa è il corpo di Cristo, allora non potrebbero riceverla nemmeno gli onnivori, dato che non sono cannibali 🙂