Vangelo secondo Matteo 6
Vangelo secondo Matteo 6
Mar 01
Brano precedente: Vangelo secondo Matteo 5
[1] «Attenti [dunque] a non operare la vostra giustizia davanti agli uomini per esser contemplati da loro, sennò non avete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. [2] Quando quindi fai elemosina, non strombazzare davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, così da esser onorati dagli uomini; in verità vi dico: ottengono la loro ricompensa. [3] Invece, quando tu fai l’elemosina, non conosca la tua sinistra che fa la tua destra, [4] cosicché la tua elemosina sia fatta nel segreto; ed il Padre tuo che vede nel segreto te ne darà ricompensa.
[5] E quando pregate non siate come gli ipocriti, ché amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, così da mostrarsi agli uomini; in verità vi dico: ottengono la loro ricompensa. [6] Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la tua porta, prega il Padre tuo che è nel segreto; ed il Padre tuo che vede nel segreto te ne darà ricompensa.
[7] Pregando, dunque, non sproloquiate come i pagani: credono infatti che nella loro loquela saranno esauditi. [8] Quindi non assimilatevi a loro: infatti il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima che voi gliele domandiate.
[9] Voi quindi pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli;
sia santificato il tuo nome;
[10] venga il tuo Regno;
si generi la tua volontà,
come in cielo, anche sulla terra;
[11] il pane nostro essenziale dacci oggi;
[12] e rimetti a noi i debiti nostri,
come anche noi li abbiamo rimessi ai debitori nostri;
[13] e non ci indurre in tentazione,
ma sottraici al maligno.
[14] Se infatti rimettete agli uomini le loro pecche, rimetterà anche a voi il Padre vostro che è nei cieli; [15] se invece non le rimettete agli uomini, neppure il Padre vostro rimetterà le vostre pecche.
[16] Quando dunque digiunate, non rendetevi accigliati come gli ipocriti: si sfigurano infatti le facce così da mostrare agli uomini che digiunano; in verità vi dico: ottengono la loro ricompensa. [17] Tu invece, digiunando, ungiti il capo e nettati la faccia, [18] così da non mostrarti digiunante agli uomini ma al Padre tuo che è nel segreto; ed il Padre tuo che vede nel segreto te ne darà ricompensa.
[19] Non fatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine li fan sparire e dove ladri scassinano e rubano; [20] fatevi invece tesori in cielo, dove né tignola né ruggine fan sparire e dove ladri né scassinano né rubano: [21] dove, infatti, è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore.
[22] La lucerna del corpo è l’occhio: se quindi il tuo occhio è semplice, l’intero tuo corpo sarà illuminato; [23] se invece il tuo occhio è malvagio, l’intero tuo corpo sarà rabbuiato. Se quindi la luce che è in te è buio, quanto buio!
[24] Nessuno può servire due padroni: infatti o odierà l’uno ed amerà l’altro, o s’attaccherà all’uno e trascurerà l’altro. Non potete servire Dio e Mammona.
[25] Per questo vi dico: non affannatevi per la vita vostra, di che mangerete [o di che berrete], né per il corpo vostro, di che indosserete. Non è la vita più del nutrimento ed il corpo dell’indumento? [26] Guardate gli uccelli del cielo, ché non seminano né mietono né raccolgono in granai, eppure il Padre vostro, il celeste, li nutre; voi non differite molto da loro? [27] Chi dunque di voi, affannandosi, può aggiungere alla sua statura un solo cubito? [28] E per l’indumento, perché v’affannate? Considerate i gigli del campo, come crescono: non faticano né filano; [29] vi dico però che neppure Salomone in tutta la sua gloria era ammantato come uno di questi. [30] Se dunque l’erba del campo, che oggi è e domani è buttata nel forno, Dio la riveste così, non rivestirà molto di più voi, gente di poca fede? [31] Quindi non affannatevi dicendo: “Che mangeremo?” o: “Che berremo?” o: “Che indosseremo”. [32] Tutte queste cose infatti le ricercano i pagani; ecco, il Padre vostro, il celeste, sa che abbisognate di tutte queste cose. [33] Cercate dunque prima il Regno [di Dio] e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. [34] Quindi non affannatevi per il domani: infatti il domani s’affannerà per sé stesso; basta al giorno la sua miseria».
La traduzione dal greco è condotta sul testo critico di riferimento: Novum Testamentum Graece, 28° edizione riveduta, edito da Barbara Aland e altri, © 2012 Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart.
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