Vangelo secondo Matteo 26
Vangelo secondo Matteo 26
Lug 12
Brano precedente: Vangelo secondo Matteo 25
[1] E avvenne che, quando Gesù ebbe terminato tutti questi logoi, disse ai suoi discepoli: [2] «Sapete che fra due giorni è Pasqua, e il Figlio dell’uomo sarà mandato alla crocefissione».
[3] Allora i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo conversero verso il palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa, [4] e tennero consiglio per impadronirsi di Gesù coll’inganno e ucciderlo; [5] dicevano dunque: «Non durante la festa, affinché non si generi tumulto nel popolo».
[6] Dunque, mentre Gesù si trovava in Betania, in casa di Simone il lebbroso, [7] s’accostò a lui una donna che aveva un vaso d’alabastro contenente un unguento di gran valore e lo versò sul capo di lui, che era accomodato a mensa. [8] Visto ciò, dunque, i discepoli s’arrabbiarono dicendo: «Perché questo sciupio? [9] Si poteva, ecco, venderlo a caro prezzo e donare ai miseri». [10] Dunque, venuto a conoscenza di ciò, Gesù disse loro: «Perché arrecate fastidi a questa donna? Ecco, ha fatto un’opera buona verso di me; [11] sempre, ecco, i miseri li avete con voi, me invece non mi avete sempre; [12] ella, ecco, se ha messo questo unguento sul mio corpo, l’ha fatto in relazione alla mia sepoltura. [13] In verità vi dico: ovunque sarà bandito questo lieto annuncio, nell’intero mondo, si parlerà anche di ciò che ella ha fatto, in memoria di lei».
[14] Allora uno dei dodici, quello che si chiamava Giuda Iscariota, portatosi dai sommi sacerdoti, [15] disse: «Quanto volete darmi perché ve lo consegni?»; quelli dunque gli stabilirono trenta pezzi d’argento. [16] E da allora cercava il momento buono per consegnarlo.
[17] Dunque, nel primo giorno degli Azzimi, i discepoli s’accostarono a Gesù dicendo: «Dove vuoi che ti prepariamo per mangiare la Pasqua?». [18] Egli dunque disse: «Recatevi in città dal tale e ditegli: “Il Maestro dice: ‘Il mio momento è vicino, da te farò la Pasqua con i miei discepoli’”». [19] E i discepoli fecero come aveva ordinato loro Gesù e prepararono la Pasqua.
[20] Venuta dunque la sera, era accomodato a mensa con i dodici. [21] E, mentre essi mangiavano, disse: «In verità vi dico che uno di voi mi consegnerà». [22] E, addolorati assai, iniziarono a dirgli: «Non è che sono io, Signore?». [23] Egli dunque in risposta disse: «Quello che ha intinto con me la mano nel piatto è colui che mi consegnerà. [24] Ebbene, il Figlio dell’uomo se ne va, come è scritto su di lui, guai però a quell’uomo mediante cui il Figlio dell’uomo è consegnato. Bello sarebbe per lui se quell’uomo non fosse mai nato». [25] In risposta, dunque, Giuda, colui che l’ha consegnato, disse: «Non è che sono io, Rabbi?». Gli dice: «Tu l’hai detto».
[26] Dunque, mentre essi mangiavano, Gesù, preso del pane e pronunciata la benedizione, lo scisse e, dandolo ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate, questo è il mio corpo». [27] E, preso un calice e reso grazie, lo diede loro dicendo: «Bevete tutti da esso: [28] questo infatti è il mio sangue dell’alleanza, quello sparso per molti in remissione degli sbagli. [29] Vi dico dunque: non berrò più da adesso di questo frutto generato dalla vite sino a quel giorno quando lo berrò con voi nuovo nel regno del Padre mio». [30] E, recitato l’inno, uscirono andando verso il monte degli Ulivi.
[31] Allora dice loro Gesù: «Tutti voi inciamperete in me in questa notte; è scritto infatti:
Percuoterò il pastore e si disperderanno le pecore del gregge.
[32] Però, dopo che io sarò risorto, vi precederò in Galilea». [33] In risposta, dunque, Pietro gli disse: «Se tutti inciamperanno in te, io non inciamperò mai». [34] Gesù gli disse: «In verità ti dico che, in questa notte, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte». [35] Gli dice Pietro: «Anche se io dovessi morire con te, non ti rinnegherò». Similmente parlarono pure tutti gli altri discepoli.
[36] Allora Gesù va con loro ad un appezzamento detto Getsemani e dice ai discepoli: «Sedete qui mentre vado là a pregare». [37] E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, iniziò a provare dolore e ansia. [38] Allora dice loro: «Addolorata è l’anima mia sino alla morte; rimanete qui è vegliate con me». [39] E, proceduto un poco, cadde con la faccia a terra pregando e dicendo: «Padre mio, se è possibile, mi oltrepassi questo calice; comunque non come voglio io, ma come vuoi tu». [40] E si accosta ai discepoli e li trova addormentati, e dice a Pietro: «Così non siete durati una sola ora a vegliare con me? [41] Vegliate e pregate, affinché non entriate in tentazione: lo spirito è prodigo, la carne, invece, debole». [42] Ancora, per la seconda volta, se ne andò a pregare dicendo: «Padre mio, se non è possibile che questo mi oltrepassi senza che lo beva, avvenga la tua volontà». [43] E, ritornato, li trovò addormentati: i loro occhi infatti erano gravati. [44] E, lasciatili, se ne tornò indietro a pregare per la terza volta ridicendo la stessa orazione. [45] Allora si accosta ai discepoli e dice loro: «Dormite ormai e riposatevi; ecco, si avvicina l’ora e il Figlio dell’uomo sarà dato nelle mani degli sbaglianti. [46] Destatevi, andiamo: ecco, s’avvicina colui che mi consegna».
[47] E, mentre egli ancora parlava, ecco venire Giuda, uno dei dodici, e con lui una folla cospicua con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo. [48] Dunque, colui che lo consegnava diede loro un segnale dicendo: «Quello che bacerò è lui: impadronitevene». [49] E subito, accostatosi a Gesù, disse: «Salve, Rabbi», e lo baciò. [50] Gesù dunque gli disse: «Amico, perché sei qui?». Allora, accostatisi, misero le mani addosso a Gesù e s’impadronirono di lui. [51] Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, stesa la mano, estrasse la propria spada e, colpito il servo del sommo sacerdote, gli amputò l’orecchio. [52] Allora gli dice Gesù: «Fai ritornare la tua spada al suo posto: infatti tutti quelli che mettono mano alla spada, di spada periranno. [53] O ti pare che non possa richiamarmi al Padre mio cosicché destini ad assistermi adesso più di dodici legioni di angeli? [54] Come si adempirebbero quindi le Scritture, che dicono che deve avvenire così?». [55] In quel momento Gesù disse alla folla: «Come opponendovi a un ladro siete usciti con spade e bastoni a prendermi? Quotidianamente sedevo nel tempio insegnando e non vi siete impadroniti di me. [56] Tutto questo dunque è avvenuto affinché si adempissero le Scritture dei Profeti». Allora tutti i discepoli, abbandonandolo, fuggirono.
[57] Coloro che si erano impadroniti di Gesù lo condussero dunque presso il palazzo di Caifa, il sommo sacerdote, dove erano conversi gli scribi e gli anziani. [58] Pietro dunque lo aveva accompagnato da lontano sino al palazzo del sommo sacerdote e, entrato dentro, sedeva coi servitori per vedere il termine. [59] I sommi sacerdoti e l’intero sinedrio cercavano dunque una falsa testimonianza contro Gesù così da poter mandarlo a morte, [60] ma non la trovarono, pur essendosi presentati molti falsi testimoni. Dopodiché, presentatisene in due, [61] dissero: «Costui disse: “Posso dissolvere il tempio di Dio e in tre giorni edificarlo». [62] E, alzatosi, il sommo sacerdote gli disse: «Non rispondi nulla a ciò che costoro testimoniano contro di te?». [63] Gesù però stava in silenzio. E il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro per il Dio vivente affinché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio». [64] Gli dice Gesù: «Tu l’hai detto. Anzi vi dico: a partire da adesso vedrete il
Figlio dell’uomo sedere alla destra della Potenza e giungere sulle nuvole del cielo».
[65] Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato: che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, adesso avete udito la bestemmia. [66] Che ve ne pare?». Quelli dunque in risposta dissero: «È reo di morte».
[67] Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono, mentre altri gli diedero pugni, [68] dicendo: «Profetizzaci, Cristo, chi è che ti ha colpito?».
[69] Pietro dunque era seduto all’esterno nel cortile; e si accostò a lui una serva dicendo: «Anche tu eri con Gesù il Galileo». [70] Egli però negò davanti a tutti dicendo: «Non so che dici». [71] Dunque, mentre egli se ne andava nell’atrio, lo vide un’altra e disse a quelli ch’eran lì: «Costui era con Gesù il Nazareno». [72] E di nuovo negò giurando ciò: «Non lo conosco». [73] Dunque, dopo un poco, avvicinatisi, gli astanti dissero a Pietro: «Invero anche tu sei dei loro: e infatti la tua parlata ti manifesta». [74] Allora iniziò ad imprecare e a giurare ciò: «Non conosco quell’uomo». E subito un gallo cantò.
[75] E Pietro rammentò le parole pronunciate da Gesù, cioè: «Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte»; e, uscito all’esterno, pianse amaramente.
La traduzione dal greco è condotta sul testo critico di riferimento: Novum Testamentum Graece, 28° edizione riveduta, edito da Barbara Aland e altri, © 2012 Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart.
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