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Vangelo secondo Matteo 25

Vangelo secondo Matteo 25

Lug 04

 

 

Brano precedente: Vangelo secondo Matteo 24

 

[1] «Allora il Regno dei cieli sarà assomigliato a dieci vergini, le quali, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. [2] Ordunque, cinque di loro erano stolte e cinque sagge. [3] Infatti le stolte, prese le loro lampade, non presero con sé dell’olio. [4] Le sagge invece presero dell’olio nei vasi oltre alle loro lampade. [5] Dunque, poiché lo sposo tardava, divennero tutte assonnate e s’addormentarono. [6] A mezzanotte, dunque, nacque un grido: “Ecco lo sposo, uscite incontro [a lui]!”. [7] Allora tutte quelle vergini si destarono e misero in ordine le loro lampade. [8] Le stolte, dunque, dissero alle sagge: “Dateci del vostro olio, giacché le nostre lampade si spengono”. [9] Risposero dunque le sagge dicendo: “No, non basterà mai per noi e per voi; meglio se vi portate dai venditori e ve lo comprate”. [10] Dunque, mentre esse andavano a comperare, giunse lo sposo, e quelle pronte entrarono con lui negli appartamenti nuziali e si chiuse la porta. [11] Dopo, dunque, giungono anche le vergini mancanti dicendo: “Signore Signore, aprici”. [12] Egli dunque in risposta disse: “In verità vi dico: non vi conosco”. [13] Vegliate quindi, giacché non conoscete il giorno né l’ora.

[14] Così infatti un uomo, partendo, chiamò i propri servi e affidò loro le sue sostanze, [15] e ad uno diede cinque talenti, ad un altro due e ad un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Subito [16] quello che aveva ricevuto i cinque talenti andò a fare affari con essi e ne guadagnò altri cinque; [17] allo stesso modo quello dei due ne guadagnò altri due. [18] Invece quello che ne aveva ricevuto uno andò a scavare in terra e nascose il denaro del suo signore. [19] Dunque, dopo molto tempo, giunge il signore di quei servi e li convoca per il rendiconto. [20] E, accostatosi, quello che aveva ricevuto cinque talenti presentò altri cinque talenti dicendo: “Signore, mi hai affidato cinque talenti; ecco, ho guadagnato altri cinque talenti”. [21] Gli disse il suo signore: “Bene, servo buono e fedele; sei stato fedele nelle poche cose, ti costituirò sopra molte cose: entra nelle gioia del tuo signore”. [22] Accostatosi [dunque] anche quello dei due talenti, disse: “Signore, mi hai affidato due talenti; ecco, ho guadagnato altri due talenti”. [23] Gli disse il suo signore: “Bene, servo buono e fedele; sei stato fedele nelle poche cose, ti costituirò sopra molte cose: entra nella gioia del tuo signore”. [24] Accostatosi dunque anche quello che aveva ricevuto un talento, disse: “Signore, sapevo che tu sei un uomo duro che miete dove non ha seminato e raccoglie dove non ha sparso, [25] e, impaurito, sono andato a nascondere il tuo talento nella terra; ecco, tieni il tuo”. [26] In risposta dunque il suo signore gli disse: “Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso? [27] Tu quindi dovevi mettere il mio denaro in banca, e, una volta giunto, io avrei ritirato il mio con l’interesse. [28] Togliete quindi il talento a lui e datelo a quello che ha i dieci talenti: [29] infatti a chiunque ha sarà dato e sarà nella sovrabbondanza, a chi invece non ha sarà tolto anche ciò che ha. [30] Ed espellete il servo inutile nell’oscurità esteriore; là sarà il pianto e lo stridore dei denti”.

[31] Quando dunque verrà il Figlio dell’uomo nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, allora siederà sul trono della sua gloria; [32] e saranno condotti davanti a lui tutti i popoli, e li distinguerà gli uni dagli altri, come il pastore distingue le pecore dai capri, [33] e farà stare le pecore alla sua destra, i capri, invece, alla sua sinistra. [34] Allora dirà il Re a quelli alla sua destra: “Avanti, benedetti dal Padre mio, ereditate il Regno preparatovi dalla fondazione del mondo. [35] Ebbi fame, infatti, e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere, ero straniero e mi accoglieste, [36] nudo e mi ricopriste, ero infermo e mi visitaste, ero in carcere e veniste a trovarmi”. [37] Allora gli risponderanno i giusti dicendo: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo nutrito, o assetato e ti abbiamo dato da bere? [38] Dunque, quando ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo ricoperto? [39] Dunque, quando ti abbiamo visto infermo o in carcere e siamo venuti a trovarti?”. [40] E in risposta il Re dirà loro: “In verità vi dico: quanto avete fatto a uno di questi miei fratelli minimi, l’avete fatto a me”. [41] Ed allora dirà a quelli alla sua sinistra: “Portatevi via da me, maledetti, verso il fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. [42] Ebbi fame, infatti, e non mi deste da mangiare, ebbi sete e non mi deste da bere, [43] ero straniero e non mi accoglieste, nudo e non mi ricopriste, debole e in carcere e non mi visitaste”. [44] Allora gli risponderanno anch’essi dicendo: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o infermo o in carcere e non ti abbiamo servito?”. [45] Allora risponderà loro dicendo: “In verità vi dico: quanto non avete fatto a uno di questi minimi, neppure a me l’avete fatto”. [46] E costoro se ne andranno al castigo eterno, i giusti, invece, alla vita eterna».

 

La traduzione dal greco è condotta sul testo critico di riferimento: Novum Testamentum Graece, 28° edizione riveduta, edito da Barbara Aland e altri, © 2012 Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart.

 

Brano seguente: Vangelo secondo Matteo 26

 

 


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