Vangelo secondo Matteo 22
Vangelo secondo Matteo 22
Giu 14
Brano precedente: Vangelo secondo Matteo 21
[1] E di rimando Gesù parlò ancora in parabole dicendo: [2] «Somiglia il regno dei cieli a un uomo, un re, il quale fece lo sposalizio per suo figlio. [3] E mandò i suoi servi a chiamare gli invitati allo sposalizio, eppure non vollero andare. [4] Ancora mandò altri servi dicendo: “Dite agli invitati: ‘Ecco, ho preparato il mio pranzo, i miei buoi e gli animali ingrassati son ammazzati e tutto è pronto: avanti, venite allo sposalizio’”. [5] Quelli tuttavia noncuranti se ne andarono, chi al proprio campo, chi invece al proprio commercio, [6] mentre i restanti, impadronitisi dei suoi servi, li prevaricarono e uccisero. [7] Il re dunque si adirò e, mandate le sue truppe, sterminò quegli omicidi e incendiò la loro città. [8] Allora dice ai suoi servi: “Lo sposalizio è pronto, mentre gli invitati non erano degni; [9] portatevi quindi sui crocicchi delle vie e chiamate allo sposalizio quanti vi troverete”. [10] E, usciti in strada, quei servi raccolsero tutti quelli che trovarono, sia malvagi sia buoni; e lo sposalizio si riempì di commensali. [11] Il re dunque, entrando a contemplare i commensali, vide lì un uomo che non indossava l’indumento da sposalizio. [12] E gli dice: “Amico, come mai sei entrato qui pur non avendo l’indumento da sposalizio?”. Quello dunque ammutolì. [13] Allora il re disse ai servitori: “Legatolo mani e piedi, espelletelo nell’oscurità esteriore: lì sarà il pianto e lo stridore dei denti”. [14] Molti infatti sono chiamati, pochi però eletti».
[15] Allora, portatisi via da lì, i farisei tennero consiglio su come coglierlo in fallo nel discorso. [16] E gli mandano i loro discepoli con gli erodiani dicendo: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio con verità e non ti preoccupi per nessuno: infatti non guardi in faccia ad alcuno; [17] dicci quindi che te ne pare: è lecito dare il tributo a Cesare o no?». [18] Gesù dunque, conoscendo la loro malvagità, disse: «Perché mi mettete alla prova, ipocriti? [19] Mostratemi la moneta del tributo». Essi dunque gli presentarono un denaro. [20] E dice loro: «Di chi è l’immagine e l’iscrizione?». [21] Gli dicono: «Di Cesare». Allora dice loro: «Date quindi le cose di Cesare a Cesare e le cose di Dio a Dio». [22] E, uditolo, si meravigliarono e, lasciatolo, se ne andarono.
[23] In quel giorno gli s’accostarono dei sadducei, che dicono che non c’è resurrezione, e lo interrogarono [24] dicendo: «Maestro, Mosè disse: “Se qualcuno muore senza avere figli, suo fratello sposerà sua moglie e ristabilirà una prole per suo fratello”. [25] C’erano dunque presso di noi sette fratelli; e il primo, sposatosi, morì e, non avendo prole, lasciò sua moglie a suo fratello, [26] e similmente il secondo e il terzo sino al settimo. [27] Dopo di tutti, dunque, morì la moglie. [28] Nella resurrezione, dunque, di chi sarà moglie? Tutti, ecco, l’hanno avuta». [29] In risposta dunque Gesù disse loro: «Errate, non conoscendo le Scritture, né la potenza di Dio: [30] nella resurrezione, infatti, non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo. [31] Riguardo dunque alla resurrezione dei morti, non avete letto l’oracolo datovi da Dio, che dice:
[32] Io sono il Dio di Abramo e
il Dio d’Isacco e
il Dio di Giacobbe:
non è [il] Dio di morti ma di viventi». [33] E, uditolo, le folle furono scosse dal suo insegnamento.
[34] I farisei dunque, udito che aveva fatto ammutolire i sadducei, si radunarono [35] e uno di loro [, esperto nella Legge,] chiese per metterlo alla prova: [36] «Maestro, qual è il gran comandamento nella Legge?». [37] Egli dunque gli disse:
«Amerai il Signore tuo Dio con l’intero
tuo cuore e con l’intera
tua anima e con l’intera
tua mente:
[38] questo è il grande e il primo comandamento. [39] Il secondo, comunque, è simile a esso:
Amerai il prossimo tuo come te stesso.
[40] Da questi due comandamenti dipende l’intera Legge ed i profeti».
[41] Essendo dunque i farisei radunati, Gesù li interrogò [42] dicendo: «Che cosa pensate del Cristo? Di chi è figlio?». Gli dicono: «Di Davide». [43] Dice loro: «Come mai quindi Davide, ispirato, lo chiama Signore dicendo:
[44] Disse
il Signore al mio Signore:
“Siedi alla mia destra,
sinché ponga i tuoi nemici
al di sotto dei tuoi piedi”?
[45] Se quindi Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?». [46] E nessuno poté rispondergli una parola né osò alcuno, da quel giorno, interrogarlo più.
La traduzione dal greco è condotta sul testo critico di riferimento: Novum Testamentum Graece, 28° edizione riveduta, edito da Barbara Aland e altri, © 2012 Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart.
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