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Vangelo secondo Matteo 11

Vangelo secondo Matteo 11

Apr 08

 

 

Brano precedente: Vangelo secondo Matteo 10

 

 

[1] Ed avvenne che, quando Gesù ebbe terminato di dare disposizioni ai suoi dodici discepoli, venne via da lì per insegnare e predicare nelle loro città.

[2] Ordunque Giovanni, avendo udito nel carcere parlare delle opere del Cristo, mandò due dei suoi discepoli [3] a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o aspettiamo un altro?». [4] Ed in risposta Gesù disse loro: «Portativi da Giovanni, annunciategli ciò che udite e vedete: [5] i ciechi rivedono e gli zoppi camminano, i lebbrosi son purificati ed i sordi odono, ed i mort si alzano ed ai poveri è annunciata la lieta notizia; [6] e beato è chiunque non trovi inciampo in me».

[7] Mentre dunque costoro si portavano via da lì, Gesù iniziò a parlare alle folle su Giovanni: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto, una canna scossa dal vento? [8] Ma che cosa siete andati a vedere, un uomo avvolto in molli vesti? Ecco, quelli che portano le vesti molli sono nelle dimore dei re. [9] Ma che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Eccome, vi dico, anche più che un profeta. [10] Costui è colui sul quale è scritto:

Ecco, io invio il mio messaggero avanti a te, che preparerà la tua via dinnanzi a te”.

[11] In verità vi dico: non è sorto tra i nati di donna uno maggiore di Giovanni il Battista; eppure il minore nel regno dei cieli è maggiore di lui. [12] Ordunque, dai giorni di Giovanni il Battista sino ad adesso il regno dei cieli è violato ed i violenti lo rubano. [13] Infatti tutti i profeti e la legge sino a Giovanni l’hanno profetizzato; [14] e se volete accettarlo, egli è l’Elia che deve venire. [15] Colui che ha orecchi oda.

[16] A chi dunque assomiglierò questa generazione? È simile ai bambini seduti nelle piazze che, rivolgendo la parola agli altri, [17] dicono: “Abbiamo suonato il flauto per voi e non avete danzato, abbiamo cantato lamenti e non avete pianto”. [18] È venuto infatti Giovanni, che né mangia né beve, e dicono: “Ha un demonio”. [19] È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco un uomo mangione e beone, un amico dei pubblicani e dei peccatori”. Eppure la sapienza è stata giustificata dalle sue opere».

[20] Allora iniziò a biasimare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte delle sue opere potenti giacché non si erano ravvedute: [21] «Guai a te, Corazin, guai a te, Betsaida, giacché se a Tiro e Sidone fossero avvenute le opere potenti che son avvenute in voi, già da tempo si sarebbero ravvedute, con sacco e cenere. [22] Anzi, vi dico, per Tiro e Sidone la sorte sarà più tollerabile nel giorno del giudizio che per voi. [23] E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata sino al cielo? Scenderai sino all’Ade, giacché se a Sodoma fossero avvenute le opere potenti che son avvenute in te, allora sarebbe rimasta sino ad oggi. [24] Anzi vi dico che per la terra di Sodoma la sorte sarà più tollerabile nel giorno del giudizio che per te».

[25] In quell’occasione Gesù prese a dire: «Lodo te, Padre, Signore del cielo e della terra, giacché hai nascosto queste cose ai sapienti ed agli intelligenti e le hai svelate agli infanti; [26] sì, Padre, giacché così a te è sembrato bene. [27] Tutto è stato dato a me dal Padre mio, e nessuno conosce il Figlio se non il Padre, né alcuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo.

[28] Venite a me, tutti voi stanchi e sovraccarichi, e io vi farò riposare. [29] Prendete il mio giogo su di voi ed imparate da me, giacché sono mite ed umile di cuore, e troverete riposo per le anime vostre: [30] il mio giogo infatti è dolce ed il mio carico leggero».

 
La traduzione dal greco è condotta sul testo critico di riferimento: Novum Testamentum Graece, 28° edizione riveduta, edito da Barbara Aland e altri, © 2012 Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart.

 

 


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