Vangelo secondo Giovanni 18
Vangelo secondo Giovanni 18
Dic 28Brano precedente: Vangelo secondo Giovanni 17
[1] Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli oltre il torrente Chidron, dove c’era un giardino, nel quale entrarono lui ed i suoi discepoli.
[2] Dunque, anche Giuda, colui che lo tradiva, conosceva il luogo, giacché spesso Gesù vi conveniva con i suoi discepoli. [3] Quindi Giuda, avendo preso la coorte e le guardie dei capi dei sacerdoti e dei farisei, va là con lanterne e fiaccole ed armi. [4] Gesù quindi, sapendo tutto quel che stava per avvenirgli, uscì e disse loro: «Chi cercate?». [5] Gli risposero: «Gesù il Nazareno». Dice loro: «Io sono». Stava dunque con loro anche Giuda, colui che lo tradiva. [6] Come quindi disse loro: «Io sono», indietreggiarono e caddero al suolo. [7] Chiese quindi loro di nuovo: «Chi cercate?». Essi dissero: «Gesù il Nazareno». [8] Rispose Gesù: «Vi ho detto ciò: Io sono. Se quindi cercate me, lasciate andare costoro», [9] affinché si adempisse il logos che aveva detto, cioè: «Di coloro che mi hai dato non ne ho perduto nessuno». [10] Quindi Simon Pietro, che aveva una spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote e gli recise l’orecchio destro; il nome del servo era dunque Malco. [11] Disse quindi Gesù a Pietro: «Metti la spada nel fodero: il calice che mi ha dato il Padre, non lo berrò forse?».
[12] Quindi la coorte ed il tribuno e le guardie dei Giudei presero Gesù e lo legarono [13] e lo condussero dapprima presso Anna: era infatti suocero di Caifa, che era sommo sacerdote in quell’anno; [14] Caifa dunque era colui che aveva consigliato ai Giudei ciò: «Conviene che un solo uomo muoia per il popolo».
[15] Seguivano dunque Gesù Simon Pietro ed un altro discepolo. Quel discepolo dunque era noto al sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. [16] Pietro invece stava presso la porta, all’esterno. Uscì quindi l’altro discepolo, quello noto al sommo sacerdote, e parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. [17] Dice quindi a Pietro questa ragazza, la portinaia: «Non sei anche tu tra i discepoli di quest’uomo?». Dice quello: «Non lo sono». [18] Stavano dunque là i servi e le guardie che avevano fatto un falò giacché era freddo, e si scaldavano; c’era dunque anche Pietro, che stava con loro e si scaldava.
[19] Il sommo sacerdote quindi chiese a Gesù informazioni sui suoi discepoli e sul suo insegnamento. [20] Gli rispose Gesù: «Io ho parlato apertis verbis al mondo, io ho ognora insegnato in sinagoga e nel santuario, dove tutti i Giudei convergono, ed in segreto non ho detto nulla. [21] Perché chiedi a me? Chiedi a coloro che mi hanno udito che cosa ho detto loro: ecco, loro sanno ciò che ho detto io». [22] Dunque, quando egli ebbe detto queste cose, una delle guardie, che gli stava accanto, diede uno schiaffo a Gesù dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». [23] Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, attesta dov’è il male; se invece ho parlato bene, perché mi percuoti?». [24] Quindi Anna lo inviò legato a Caifa, sommo sacerdote.
[25] C’era dunque Simon Pietro che stava là e si scaldava. Gli dissero quindi: «Non sei anche tu dei suoi discepoli?». Egli negò e disse: «Non lo sono». [26] Dice uno dei servi del sommo sacerdote, che era parente di colui al quale Pietro aveva reciso l’orecchio: «Io non ti ho visto nel giardino con lui?». [27] Quindi Pietro negò ancora, e subito un gallo cantò.
[28] Conducono quindi Gesù da Caifa al pretorio; era dunque mattino presto; ed essi non entrarono nel pretorio per non contaminarsi ma poter mangiare la Pasqua. [29] Uscì quindi Pilato all’esterno incontro a loro e disse: «Quale accusa portate [contro] quest’uomo?». [30] Risposero e gli dissero: «Se costui non fosse un malfattore, allora non te l’avremmo dato in mano». [31] Disse quindi loro Pilato: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge». Gli dissero i Giudei: «A noi non è permesso mettere a morte nessuno», [32] affinché s’adempisse il logos che Gesù aveva pronunciato indicando di quale morte doveva morire.
[33] Pilato quindi entrò ancora nel pretorio e chiamò Gesù e gli disse: «Tu sei il re dei Giudei?». [34] Rispose Gesù: «Da te stesso tu dici questo od altri te l’hanno detto su di me?». [35] Rispose Pilato: «Sono io forse giudeo? Il tuo popolo ed i capi dei sacerdoti ti hanno dato in mano a me; che hai fatto?». [36] Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, [allora] le mie guardie avrebbero lottato affinché non fossi dato in mano ai Giudei; ordunque, il mio regno non è di qua». [37] Gli disse quindi Pilato: «Quindi non sei re?». Rispose Gesù: «Tu dici che sono re. Io per questo sono nato e per questo sono venuto nel mondo, per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce». [38] Gli dice Pilato: «Che è verità?».
E detto questo uscì di nuovo incontro ai Giudei e disse loro: «Io non trovo nessuna colpa in lui. [39] È dunque consuetudine per voi che vi rilasci uno nella Pasqua: volete quindi che vi rilasci il re dei Giudei?». [40] Gridarono quindi di nuovo dicendo: «Non costui ma Barabba». Barabba era dunque un bandito.
La traduzione dal greco è condotta sul testo critico di riferimento: Novum Testamentum Graece, 28° edizione riveduta, edito da Barbara Aland e altri, © 2012 Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart.
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