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Vangelo secondo Matteo 18

Vangelo secondo Matteo 18

Mag 10

 

 

Brano precedente: Vangelo secondo Matteo 17

 

[1] In quel tempo i discepoli s’accostarono a Gesù dicendo: «Chi è orbene il maggiore nel regno dei cieli?». [2] E, chiamato a sé un bambino, lo fece stare in mezzo a loro [3] e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diverrete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. [4] Chi quindi rimpicciolirà sé stesso come questo bambino, questi è il maggiore nel regno dei cieli. [5] E chiunque accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.

[6] Chiunque invece sarà d’inciampo ad uno solo di questi piccoli che han fede in me, gli conviene che gli sia appesa una mola asinaria e sia buttato nel fondo del mare. [7] Guai al mondo per gli inciampi; è necessario, ecco, che avvengano gli inciampi, tuttavia guai all’uomo mediante cui l’inciampo avviene. [8] Se dunque la tua mano od il tuo piede ti è d’inciampo, troncalo e lancialo via da te: [9] è più bello per te entrare nella vita monco o zoppo, che esser scagliato nel fuoco eterno avendo due mani o due piedi.

[10] Guardatevi dal disprezzare uno di questi piccoli: vi dico infatti che gli angeli loro nei cieli per tutto il tempo contemplano il viso del Padre mio che è nei cieli.

[12] Che ve ne pare? Se un uomo avesse cento pecore e si fosse smarrita una di esse, non lascerebbe le novantanove sui monti e andrebbe a cercare la smarrita? [13] E se gli avviene di trovarla, in verità vi dico che gioisce per essa più che per le novantanove che non si son smarrite. [14] Così non è volontà del Padre vostro che è nei cieli che non si perda neanche uno di questi piccoli.

[15] Se dunque tuo fratello ha sbagliato [nei tuoi confronti], recati a mostrargli l’errore tra te e lui solo. Se ti ascolterà, avrai guadagnato tuo fratello; [16] se invece non ascolterà, prendi con te una o due persone, affinché

sulla bocca di due testimoni o tre sia stabilita ogni parola;

[17] se dunque rifiuterà di ascoltare, dillo all’assemblea; se dunque rifiuterà di ascoltare anche l’assemblea, sia per te come i pagani e il pubblicano. [18] In verità vi dico: qualunque cosa legherete sulla terra sarà legata in cielo, e qualunque cosa scioglierete sulla terra sarà sciolta in cielo.

[19] Ancora, [in verità] vi dico che se due di voi sulla terra avranno consonanza nel domandare una cosa qualsiasi, sarà generata per loro dal Padre mio che è nei cieli. [20] Dove infatti sono due o tre congregati nel mio nome, sono lì in mezzo a loro».

[21] Allora, accostatosi, Pietro gli disse: «Signore, se il mio fratello avrà sbagliato nei miei confronti, quante volte lo perdonerò? Sino a sette?». [22] Gli dice Gesù: «Non ti dico sino a sette ma sino a settanta volte sette.

[23] Per questo il regno dei cieli è assomigliabile a una persona regnante che volle fare i conti con i suoi servi. [24] Quando dunque egli iniziò a fare i conti, gli fu presentato un debitore di diecimila talenti. [25] Poiché però egli non aveva modo di ridarglieli, il signore comandò di vendere lui e la moglie e i figli e tutto quanto aveva, e così glieli avrebbe ridati. [26] Il servo quindi, gettatosi a terra, si prostrò davanti a lui dicendo: “Sii magnanimo con me, e te li ridarò tutti”. [27] Mosso dunque a compassione di quel servo, il signore lo lasciò libero e gli condonò il debito. [28] Dunque, uscito, quel servo trovò uno dei suoi conservi, il quale gli doveva cento denari, e, afferratolo, lo strangolava dicendo: “Ridammi ciò che mi devi”. [29] Quindi, gettatosi a terra, il suo conservo lo supplicava dicendo: “Sii magnanimo con me, e te li ridarò”. [30] Egli invece non volle, ma andò a farlo mettere in prigione sinché non gli avesse ridato il debito. [31] Quindi, veduto l’accaduto, i suoi conservi si addolorarono assai ed andarono a dichiarare al loro signore tutti i fatti avvenuti. [32] Allora, chiamatolo a sé, il suo signore gli dice: “Servo malvagio, ti ho condonato tutto quel debito poiché mi hai supplicato; [33] non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di te?”. [34] E, adirato, il suo signore lo diede in mano agli aguzzini sinché non avesse ridato tutto quello di cui era debitore. [35] Così anche il Padre mio che è nei cieli farà a voi, se ognuno di voi non perdonerà di cuore al suo fratello».

 
La traduzione dal greco è condotta sul testo critico di riferimento: Novum Testamentum Graece, 28° edizione riveduta, edito da Barbara Aland e altri, © 2012 Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart.

 

 


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