Temi e protagonisti della filosofia

Vangelo secondo Matteo 13

Vangelo secondo Matteo 13

Apr 15

 

 

Brano precedente: Vangelo secondo Matteo 12

 

[1] In quel giorno Gesù, uscito di casa, se ne stava seduto presso il mare; [2] e si radunarono accanto a lui grandi folle, sicché egli, salito in barca, si sedette, e tutta la folla stava sulla riva.

[3] E parlò loro per molto in parabole, dicendo: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. [4] E, nel gettare il seme, ci fu una parte di esso che cadde lungo la via e, arrivati gli uccelli, l’inghiottirono. [5] Un’altra invece cadde sui suoli pietrosi, dove non v’era molta terra, e subito spuntò perché non aveva terreno profondo; [6] però, al sorgere del sole, si bruciò e, non avendo radici, si seccò. [7] Un’altra invece cadde tra le spine, e vennero su le spine e la soffocarono. [8] Un’altra invece cadde sulla terra buona e diede molto frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. [9] Chi ha orecchi oda».

[10] E, accostatisi i discepoli, gli dissero: «Perché parli loro in parabole?». [11] Egli dunque disse loro in risposta: «Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, a loro invece non è dato. [12] Infatti a colui che ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; a colui che invece non ha sarà tolto anche ciò che ha. [13] Per questo parlo loro in parabole, perché vedendo non vedono e udendo non odono né comprendono, [14] e si compie per loro la profezia d’Isaia che dice:

“udrete e non comprenderete, e guarderete e non vedrete. [15] Si è impinguato infatti il cuore di questo popolo, son diventati duri d’orecchi ed hanno serrato i loro occhi, cosicché non vedano con gli occhi e non odano con gli orecchi e non comprendano col cuore e non si convertano e non li guarisca”.

[16] Beati invece i vostri occhi giacché vedono e i vostri orecchi giacché odono. [17] In verità infatti vi dico che molti profeti e giusti desiderarono vedere le cose che voi vedete e non le videro e udire le cose che udite e non le udirono.

[18] Voi dunque ascoltate il significato della parabola del seminatore. [19] Per ognuno che oda il logos del regno e non lo comprenda viene il maligno e razzia quel che è stato seminato nel suo cuore: questo è quello seminato lungo la via. [20] Quello seminato invece sui suoli pietrosi è colui che ascolta il logos e subito lo accoglie con gioia, [21] non ha però radice in sé stesso ma è incostante, dunque, al nascere di un’afflizione o di una persecuzione a causa del logos, subito inciampa. [22] Quello seminato invece tra le spine è colui che ascolta il logos, eppure l’affanno dell’eone e la lusinga della ricchezza soffocano il logos e diviene infruttuoso. [23] Quello seminato invece sulla terra buona è colui che ode il logos e lo comprende, che è dunque fruttifero e rende dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta».

[24] Un’altra parabola propose loro dicendo: «Il regno dei cieli è rassomigliabile a un uomo che seminò del buon seme nel suo campo. [25] Mentre gli uomini dormivano, giunse il suo nemico e seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. [26] Quando dunque germogliò il frumento e fece frutto, allora apparve anche la zizzania. [27] Andati dunque da lui, i servi del padrone gli dissero: “Signore, non hai seminato buon seme nel campo? Come mai quindi c’è della zizzania?”. [28] Egli dunque disse loro: “Un nemico fece questo”. I servi dunque gli dicono: “Vuoi quindi che andiamo a raccoglierla?”. [29] Egli dunque dice: “No, non sia mai che raccogliendo la zizzania sradichiate assieme a essa il grano. [30] Lasciate che crescano entrambi sino alla mietitura, e in occasione della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece radunatelo nel mio granaio”».

[31] Propose loro un’altra parabola dicendo: «È simile il regno dei cieli a un chicco di senape, che un uomo ha preso e ha seminato nel suo campo; [32] esso è certo il più piccolo di tutti i semi, tuttavia quando è cresciuto è maggiore degli ortaggi e diviene un albero, cosicché giungono gli uccelli del cielo e nidificano fra i suoi rami».

[33] Raccontò loro un’altra parabola: «È simile il regno dei cieli a del lievito, che una donna, presolo, ha nascosto in tre misure di farina, sinché è lievitato il tutto». [34] Di tutte queste cose Gesù parlò in parabole alle folle e senza parabole non parlava loro di nulla, [35] cosicché s’adempisse l’oracolo dato mediante il profeta che dice:

«Aprirò in parabole la mia bocca, proclamerò cose nascoste dalla fondazione [del mondo]».

[36] Allora, allontanatosi dalle folle, andò a casa. E s’accostarono a lui i suoi discepoli dicendo: «Illuminaci sulla parabola della zizzania del campo». [37] Egli dunque in risposta disse: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo, [38] il campo invece è il mondo, mentre il buon seme sono coloro che son figli del regno, la zizzania invece sono i figli del maligno, [39] mentre il nemico che l’ha seminata è il diavolo, la mietitura invece è la conclusione d’eone, mentre i mietitori sono angeli. [40] Come quindi la zizzania è raccolta e bruciata col fuoco, così sarà nella conclusione dell’eone: [41] il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli e raccoglieranno dal suo regno tutti gli inciampi e gli operatori d’iniquità [42] e li butteranno nella fornace del fuoco; là sarà il pianto e lo stridore dei denti. [43] Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi oda.

[44] È simile il regno dei cieli a un tesoro nascosto nel campo, che un uomo, avendolo trovato, ha nascosto; e per la gioia va e vende tutto quanto ha e compera quel campo.

[45] Ancora: è simile il regno dei cieli a un mercante che cercava belle perle; [46] trovata dunque una perla di gran valore, andatosene, ha venduto quanto aveva e l’ha comperata.

[47] Ancora: è simile il regno dei cieli a una rete che è stata buttata nel mare e ha radunato pesci di ogni genere; [48] quando s’è riempita, trattala sulla riva e sedutisi, hanno raccolto quelli buoni in vasi, mentre hanno buttato via quelli guasti. [49] Così sarà nella conclusione dell’eone: giungeranno gli angeli e distingueranno i malvagi dai giusti [50] e li butteranno nella fornace del fuoco; là sarà il pianto e lo stridore dei denti.

[51] Avete compreso tutte queste cose?». Gli dicono: «Sì». [52] Egli dunque disse loro: «Per questo ogni scriba discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa, il quale estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

[53] E quando Gesù ebbe terminato queste parabole, si spostò da là. [54] E, giunto alla sua patria, insegnava loro nella loro sinagoga, sicché essi erano scossi e dicevano: «Da dove vengono a costui questa sapienza e le opere potenti? [55] Non è questi il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo e Giuseppe e Simone e Giuda? [56] E le sue sorelle non sono tutte tra noi? Da dove gli vengono quindi tutte queste cose?». [57] E si scandalizzavano di lui. Gesù però disse loro: «Non c’è profeta disprezzato se non in patria e in casa sua». [58] E là non fece molte opere potenti a causa della loro incredulità.

 
La traduzione dal greco è condotta sul testo critico di riferimento: Novum Testamentum Graece, 28° edizione riveduta, edito da Barbara Aland e altri, © 2012 Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart.

 

 


Ti è piaciuto il post? Dona a Filosofia Blog!

Cliccando sul pulsante qui sotto puoi donare a Filosofia Blog una piccola cifra, anche solo 2 euro, pagando in modo sicuro e senza commissioni. Così facendo contribuirai a mantenere i costi vivi di Filosofia Blog. Il servizio di donazioni si appoggia sul circuito il più diffuso e sicuro metodo di pagamento online, usato da più di 150 milioni di persone. Per poter effettuare la donazione non è necessario avere un account Paypal, basta avere una qualsiasi carta di credito o Postepay. Grazie!

Leave a Reply