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Aristotele,Metafisica, libro 5°, significati dell’ “uno”, parte seconda

Aristotele,Metafisica, libro 5°, significati dell’ “uno”, parte seconda

Mar 18

Fatto salvo quando detto nel post precedente riguarda al libro Delta e ai significati di “Uno“, oggi consideriamo il primo insieme di questi significati, quelli che riguardano ciò che è “uno” per accidente e cioè in maniera non essenziale. Sembra già una contraddizione, poiché se esistono cose che sono uno “per accidente” come accidentalmente è “uno”  “un uomo” o “Socrate” o “una sedia” ci chiediamo allora quali siano le cose che sono “uno” e anche “di per sé”, ossia secondo la loro essenza. Ma per rispondere a questo dubbio devo rimandare al post precedente per una trattazione estesa, mentre la soluzione concisa e non argomentata è che niente è gnoseologicamente “uno” in modo realmente essenziale e primo, ma piuttosto le essenze stesse implicano l’unità (anche se non partecipano platonicamente dell’ “uno”) come un principio a priori potremmo dire; e allo stesso modo le essenze necessitano dell’ “essere in generale”, quell’essere che “si dice in molti modi” ma che infondo permane, in primo luogo, come un’unica sostanza. Infatti, come vedremo e come appare ovvio, essenze diverse sono riconducibili a più oggetti mentre una stessa essenza ad uno stesso.

Sono significati dell’ “uno” per accidente:

1) l’unione di sostanza e accidente

L’esempio di Aristotele è “Corisco musico”. “Corisco” è il nome di una persona cioè una sostanza la quale, lo ricordiamo, ha la caratteristica di essere un fondamento indipendente. Mentre “musico” è un accidente, cioè qualcosa che è sempre derivato, sempre in rapporto ad una sostanza. “Musico” infatti è una caratteristica che può assumere un uomo ma non è niente di per sé, non è infatti la scienza (secondo il senso antico o l’arte secondo il senso moderno) della “musica”.

2) L’unione di accidente con un altro accidente.

Qui Aristotele porta l’esempio: “Corisco musico e giusto”. Vediamo, anche qui, che “giusto” non è il concetto di “giustizia” ma sempre una caratteristica che può appartenere o non appartenere ad un atto o un uomo in questo caso, cioè sempre “Corisco”.

3) l’unione di una sostanza (A) con un accidente (X) e la medesima sostanza (A) con un altro accidente (Y)

Il terzo significato di “uno per accidente” compara i primi due, secondo una buona dinamica argomentativa dello stagirita che controlla se la complicazione degli argomenti risulta sempre fedele alla tesi originale o se emergono così facendo altri elementi da considerare. Abbiamo che “uno per accidente” sono anche “Corisco musico” e “Corisco giusto”, cioè l’uomo “Corisco” può essere connotato da vari accidenti e considerato gnoseologicamente o epistemologicamente (in una filosofia della scienza o del linguaggio) come un singolo connotato da ognuno dei suoi accidenti presi singolarmente.

4) l’unione di una sostanza (A) con un accidente (X) e un’altra sostanza (A)

A questo significato fa riferimento l’esempio dell’unità di “musico” con “Corisco” e la sostanza singola “Corisco” infatti sono un uno sia “Corisco” che “Corisco” assieme alla sua specificazione di essere “musico”.

5) l’unione di un genere (A) con un accidente (X) e un altro genere (B)

Allo stesso dell’esempio precedente, se ci poniamo in un’ottica di quiddità (vedi post precedente) allora possiamo dire che “uomo musico” e “uomo” in riferimento sempre a “Corisco” sono ancora una stessa cosa, detta con nomi diversi ma anche considerata sotto aspetti diversi e ancora rimanendo una anche se accidentalmente.

Riassumendo gli ultimi due esempi, se ci riferiamo sempre alla medesima cosa e diciamo: “Corisco”, “Corisco musico”, “uomo musico”, “uomo”; ci stiamo riferendo sempre a qualcosa che è un “uno” secondo tutti questi sensi con cui l’abbiamo tirato in causa.

 


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