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METAFISICA, LIBRO V, CAPITOLO 1: significati di “principio”

METAFISICA, LIBRO V, CAPITOLO 1: significati di “principio”

Dic 17

Iniziamo oggi la trattazione del libro Δ (Delta) il quinto libro della Metafisica di Aristotele. Delta è, di fatto, un dizionario filosofico dei termini utilizzati da Aristotele, declinati in tutti i loro significati e con relativi esempi. Bisognerebbe capire se fosse stato più d’aiuto posizionarlo al posto dell’attuale Alfa come primo libro, diversamente da come hanno fatto i curatori della Metafisica molto tempo dopo la morte di Aristotele quando hanno ordinato i trattati nell’ordine a noi familiare. In effetti Alfa è un buon libro introduttivo alla teoresi aristotelica per un lettore non completamente ignaro della filosofia ma non più al cospetto vivente della fonte. Lo stesso Aristotele nella Metafisica, che è la trascrizione dei suoi appunti per le lezioni, si riferisce ad altre sue opere dando per assodato il loro contenuto e quindi presupponendo la conoscenza di molte sue nozioni come si potrebbe richiedere ad uno scolaro che apprende dal maestro piuttosto che dai posteri indiscriminatamente. La soluzione migliore forse è proprio questa, una soluzione che si ripete spesso con le opere filosofiche, quando si possiedono strumenti più avanzati nella comprensione di un autore si torna all’inizio a rileggere quanto si era appreso in forma indeterminata nel primo approccio alla sua opera e così conviene fare con la Metafisica: molto si è già appreso e adesso con gli strumenti del libro Delta si torna indietro per consolidare e specificare quelle basi oramai in nostro possesso. Questo in senso lato è un problema non banale della filosofia in generale: “Da dove partire?” Forse si è fatta così tanta mistificazione e demistificazione della filosofia che ogni opera “classica” di un filosofo è vista, da un  lato, con un timore così reverenziale da impedirne l’accesso e, dall’altro, come qualcosa di completamente confusionario, complesso e fondamentalmente inutile da rendere futile l’accesso. Iniziamo adesso però col libro Delta.

Il primo termine di cui Aristotele riporta i significati è “principio“, dobbiamo anche fare subito attenzione poiché il secondo termine sarà “causa”. E’ subito da chiarire che qui nella Metafisica Aristotele parla di causa e principio in modo sinonimico e il loro significato è sovrapponibile come quello di Essere e Uno (anche se “Essere” ha una intensione maggiore di quella di “Uno”). Qui dobbiamo dire che “principio” ha più significati nel linguaggio ordinario oltre ai quattro che abbiamo visto avere il termine “causa”; inoltre principio è utilizzato da Aristotele, in una serie di connessioni causali, riferito alla prima delle cause della serie.

I significati di “principio” sono: 1) la prima parte di una cosa (ad esempio i due capi di una fune); 2) da dove una cosa su può iniziare nel modo migliore (ad esempio nell’apprendimento non sempre è facile partire dall’oggetto in questione ma a volte rappresentazioni più familiari possono servire inizialmente per incanalare la comprensione verso l’oggetto di studio); 3) la parte prima o il fondamento di una cosa, nozione filosofiacamente leggermente vaga ma molto familiare al senso comune (ad esempio le fondamenta della casa, la chiglia della nave, “il cuore” come principio dei viventi secondo al fisiologia aristotelica e una redicata credenza comune); 4) il fattore primo, immanente o meno, da cui ha inizio il mutamento (ad esempio il padre e la madre del figlio, ma anche la rissa dall’offesa scrive Aristotele riferendosi letterariamente forse ad un componimento di Epicarmo); 5) è principio anche ciò che si muove a causa di una scelta deliberata (ne sono esempio le magistrature, i potentati e le tirannidi che sono il principio dell’ordine, del governo, di una città, ma lo sono anche le arti e fra queste le più architettoniche cioè le più generali rispetto a quelle più specifiche); 6) è principio anche ciò da cui si conosce una cosa, la nozione grazie alla quale una cosa diviene nota (ne sono esempio le ipotesi per le dimostrazioni poiché formulando ipotesi e verificandole si perviene ai principi); 7) sono infine principi tutte le cause.

Segue quindi un capoverso conclusivo di riepilogo in l’autore sottolinea gli aspetti fondamentali del termine “principio”:

Ebbene, carattere comune di tutti i principi è l’essere il fattore primo dal quale <la cosa> o è o viene all’essere o è conosciuta; e alcuni di questi sono immanenti, altri sono esterni.

Lo stagirita conclude dicendo che principio di molte cose sono anche il “bene” e il “bello”, di ciò Aristotele parlerà però nei suoi due trattati d’etica. Infatti l’etica di Aristotele è un etica classificata come aretaica, cioè basata sulla virtù (in greco “arethé”) dove un atto per essere morale non deve essere considerato in base ai risultati (teorie consequenzialiste), alle azioni che vengono compiute (teorie deontologiche), ma piuttosto valutando il soggetto agente che dovrà accostarsi il più possibile al comportamento ritenuto virtuoso. Per quanto riguarda il “bello” invece, questo è uno dei bisogni fondamentali della vita dell’individuo da essere soddisfatto prima dei bisogni teoretici e subito dopo i bisogni primari relativi alla sopravvivenza, ed è inoltre il principio dell’arte secondo Aristotele.


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