Temi e protagonisti della filosofia

METAFISICA, LIBRO IV, capitolo 1

METAFISICA, LIBRO IV, capitolo 1

Ago 27

Iniziamo oggi la trattazione del libro quarto della Metafisica, il libro Γ. Dopo il libro A speso nella ricostruzione e successiva critica dei predecessori colpevoli, secondo Aristotele, di aver sbagliato sia il metodo d’indagine che l’oggetto; e dopo il libro B in cui sono stati esposti i quesiti fondamentali, le principali linee d’indagine, ora, nel libro Γ cominciano ad emergere delle risposte innanzitutto sulla natura della filosofia e sul compito del filosofo. Questo è un libro molto importante, sono noti diversi suoi estratti sulle nozioni di filosofia e sostanza, ma soprattutto al riguardo del principio di non contraddizione.

Cominciamo dall’inizio, con una frase universalmente nota di Aristotele:

Vi è una scienza che studia l’ente in quanto ente e le cose che gli competono per sé. Questa non è identica a nessuna di quelle dette particolarmente. Infatti, nessuna delle altre indaga in universale intorno all’ente in quanto ente, ma esse, ritagliatane una parte, intorno a questa studiano l’accidente, come, fra le scienze, le matematiche. E poiché ricerchiamo i principi e le cause prime, è evidente che essi sono <principi e cause> di una qualche natura in quanto tale. Se dunque coloro che ricercano gli elementi degli enti ricercano queste cause, è necessario anche che fossero gli elementi dell’ente non per accidente, ma in quanto ente. Perciò noi dobbiamo comprendere quali sono le cause prime dell’ente in quanto ente.

La primissima frase del libro Γ, riportata nella citazione qui sopra, è una di quelle frasi che uno studente di filosofia conosce e ricorda. Aristotele ha come obiettivo una scienza dell’ente nella sua interezza. In primo luogo non è scritto scienza dell’ “essere” ma dell’ “ente” perché, come vedremo poco più avanti in questo stesso libro, bisognerà considerare anche i contrari e le privazioni dell’oggetto in questione poiché l’ “essere” è solo una delle due facce della medaglia assieme al “non-essere”. Mentre per quanto riguarda quel “per sé” che chiude la prima frase della citazione dobbiamo dire che Aristotele nel libro quinto: Δ riporta diversi significati della locuzione “per sé”; seguendo anche il suggerimento di Zanatta e secondo l’interpretazione di Alessandro di Afrodisia questa presente accezione starebbe a significare che l’ente viene trattato nella sua interezza e secondo le proprietà di questo intero. Affermazione sottolineata anche nelle frasi successive dove si percepisce un primo netto distacco fra la scienza che poi verrà chiamata filosofia e tutte le altre scienze, le quali si occupano di porzioni dell’ente; fra queste, secondo l’esempio di Aristotele, le matematiche (cioè aritmetica, geometria, ecc.). Nello specifico le matematiche si occuperebbero di quella particolare porzione dell’ente che è la quantità o anche la misura; così facendo possiamo dire che innanzitutto tralasciano la qualità, oltre a molti altri aspetti dell’ente,  e per questo non trattano l’ente nella sua totalità. La scienza dell’ “ente in quanto ente” in un certo senso precede tutte le altre scienze e ha un oggetto diverso poiché tutte le scienze particolari hanno a che fare con una parte dell’ente e delle sue proprietà ma non con le proprietà dell’ente considerato di per sé come un intero, prima delle sue specificazioni. L’ente in quanto ente è il fondo assiologico (prima ancora che ontologico) da cui discendono poi, secondo varie ramificazioni, tutti gli enti secondo genere e specie. Ne risulta che quelle che stiamo cercando siano sono le cause prime, cioè la natura di questo ente genetico per ogni altro ente specifico, causa ontologica prima che temporale di ogni altra cosa. Era già emerso nel libro A come il problema della causa, del principio, in realtà si articolasse nella dottrina delle quattro cause: causa motrice, causa materiale, causa formale e causa finale. Nel primo libro della Metafisica inoltre erano emersi i vari limiti delle teorie dei predecessori di Aristotele i quali avevano ricercato solamente alcune delle quattro cause e solo parzialmente, senza di fatto approdare alla formulazione aristotelica del problema. Nel cercare la causa, una causa finita e gnoseologicamente consistente viene tirata in ballo la distinzione fra sostanza ed accidente. I significati di sostanza verranno specificati via via lungo tutto il tragitto argomentativo della Metafisica, per ora basti ricordare che la sostanza è “ciò che sta per sé”, mentre l’accidente non ha una esistenza personale, esso è sempre parassitario di una sostanza e mentre l’accidente può essere o non essere, al contrario la sostanza non si appoggia ad altro ed ha forma e determinazione propria. Si devono perciò studiare le caratteristiche che appartengono all’ente nella sua totalità secondo la sostanza e non secondo l’accidente, essendo quest’ultimo del tutto contingente.

 

 


Ti è piaciuto il post? Dona a Filosofia Blog!

Cliccando sul pulsante qui sotto puoi donare a Filosofia Blog una piccola cifra, anche solo 2 euro, pagando in modo sicuro e senza commissioni. Così facendo contribuirai a mantenere i costi vivi di Filosofia Blog. Il servizio di donazioni si appoggia sul circuito il più diffuso e sicuro metodo di pagamento online, usato da più di 150 milioni di persone. Per poter effettuare la donazione non è necessario avere un account Paypal, basta avere una qualsiasi carta di credito o Postepay. Grazie!

0 comments

Trackbacks/Pingbacks

  1. ᚠ Metafisica » un ponte tra il regno fisico e quello spirituale - […] L’ontologia è lo studio dell’esistenza. Essa è stata tradizionalmente definita come “la scienza dell’ente in quanto ente“. […]
  2. 道 Metafisica » un ponte tra il regno fisico e quello spirituale » La Matrix Divina - […] L’ontologia è lo studio dell’esistenza. Essa è stata tradizionalmente definita come “la scienza dell’ente in quanto ente“. […]

Leave a Reply