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METAFISICA LIBRO B, PRESENTAZIONE DELLA DODICESIMA APORIA

METAFISICA LIBRO B, PRESENTAZIONE DELLA DODICESIMA APORIA

Lug 29

Questa aporia si allaccia alla precedente, la questione è se i numeri, i corpi, le superfici e i punti siano sostanze oppure no.
Iniziamo considerando la tesi che gli enti appena citati siano sostanze. A favore di questa tesi possiamo dire che “le affezioni, i movimenti, i relativi, le disposizioni e i discorsi” non sono sostanze ma si dicono di ciò che è sostanza. Seguendo il commento di Zanatta viene ricordato anche come queste determinazioni siano trattate appositamente nella Fisica di Aristotele in categorie diverse da quella di sostanza. Aristotele sta partendo, come suo uso, dal senso comune e sta eliminando via via gli enti già trattati che non possono essere sostanza per arrivare a discutere di quelli inerenti questa aporia specificamente. Lo stagirita viene quindi a considerare quelle che sono considerate sostanze dai filosofi “precedenti” (i Naturalisti) e cioè la terra, l’aria, l’acqua e il fuoco rilevando come sia comunemente ritenuto che di queste siano composti tutti i corpi. Qui corpi può essere inteso anche come solidi, infatti l’argomento prosegue dicendo che ogni corpo, o solido, è formato dalla superficie, questa dalla linea e infine dal punto. Questi enti geometrici sembrano essere sostanza a maggior titolo del solido infatti essi esistono anche senza corpo (cioè la linea esiste in sé anche senza diventare superficie e così la superficie in sé senza diventare necessariamente solido) mentre il corpo non esiste senza questi enti geometrici. Quindi sembra che questi enti geometrici siano sostanza in misura maggiore rispetto al solido, e precisamente il punto più della linea, la linea più della superficie, la superficie più del solido. Mettendo insieme alcune nozioni sulla sostanza già accennate e richiamando questo concetto che verrà ancora specificato in seguito puntualizziamo che la sostanza deve esistere per sé (senza appoggiarsi ad altro), deve inoltre definire l’essenza di un corpo (cioè l’essenza come forma è uno dei significati di sostanza). Ora possiamo notare che “le affezioni, i movimenti, i relativi, le disposizioni e i discorsi” non stanno di per sé, mentre i quattro elementi non definiscono nulla di un corpo; solidi, superfici e punti invece stanno sia di per sé stessi e inoltre definiscono chiaramente ogni corpo nella misura.
Da qui inizia la trattazione dell’antitesi, secondo cui i numeri, i corpi, le superfici e i punti non sono sostanze. Questa posizione riparte dall’ultimo rilievo fatto della tesi: non esiste nei corpi sensibili un luogo in cui siano posizionati né il solido in sé, né la superficie in sé, né la linea in sé, né il punto in sé. Perché nei corpi ci sono misure e non le entità geometriche in sé, così sembra che le entità geometriche come misure siano piuttosto delle affezioni dei corpi, tornando così da capo a dire che le affezioni dei corpi non sono sostanze. E siccome nel corpo non abbiamo le entità geometriche in sé (un punto adimensionale, una linea infinita senza spessore, una superficie che consti solo di larghezza e lunghezza) ma misure determinate allora non si vede perché ogni linea di qualsiasi lunghezza, ogni superficie, ogni solido determinati non siano anch’essi sostanze in pari modo delle entità geometriche in sé, essendo a maggior ragione i solidi inseriti nei corpi o per meglio dire formanti i corpi. Ne consegue che ogni corpo contiene ogni solido possibile oppure che non ne contiene affatto. Se consideriamo che in un corpo siano possibili un numero infinto di linee, superfici, volumi, allora non si vede come ciò potrebbe definirne l’essenza. Aristotele allora rileva che potrebbero essere presenti in potenza così come da un blocco di marmo potrei ricavare un cubo e da questo cubo una sfera più piccola. La sostanza però per Aristotele non è in potenza ma solamente in atto, la sostanza non è cioè qualcosa che potrebbe esistere virtualmente ma qualcosa che esiste attualmente. Per altro verso le entità geometriche come le linee e le superfici sono separazioni, sezioni, divisioni dei corpi, quindi non sono più definizioni del solido nella sua interezza e, più precisamente, le divisioni sono affezioni e non sostanze.
Altro argomento a favore dell’antitesi è che le sostanze, che formano i corpi, sono sottoposte a generazione e a corruzione. Non si vede invece come le entità geometriche già presentate siano sottoposte a generazione e corruzione, ad esempio, del punto adimensionale non si può dire che nasca o perisca; così anche come potremo individuare quando nasce la superficie in un corpo? Aristotele paragona infine le entità geometriche in questione all’istante temporale, il quale non si può dire nasca o perisca ed è sempre diverso: questo perché non è una sostanza.


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