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METAFISICA DI ARISTOTELE; LIBRO TERZO: B; POST 1

METAFISICA DI ARISTOTELE; LIBRO TERZO: B; POST 1

Mar 19

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Il libro terzo della Metafisica, cioè B, che segue α élatton (α piccolo) è una raccolta di aporie. Come già anticipato le aporie sono dei punti morti, delle sabbie mobili, del pensiero in cui si incappa nel bel mezzo di un ragionamento e una volta giuntivi non si riesce più ad uscirne perché non si trova alcuna soluzione per proseguire il ragionamento iniziato. A tal riguardo lo stagirita scrive:

Infatti, lo scioglimento finale delle aporie è soluzione di quei punti che anteriormente facevano difficoltà, e non è possibile dare la soluzione se si ignora il nodo; per contro, la difficoltà del pensiero mostra un nodo che concerne la cosa. Infatti nella misura in cui esso [il pensiero] incontra un’aporia, soffre all’incirca come coloro che sono legati. Ché, in entrambi i casi è impossibile procedere oltre. Perciò previamente bisogna esaminare tutte le difficoltà, […]

Aristotele per prima cosa enumera le aporie che andrà ad analizzare e queste sono 15. Visto che l’esposizione è quasi sempre molto chiara in questo post mi limiterò ad enunciarle riportando le parole di Aristotele. Inoltre è da tenere presente che in questo capitolo verranno discusse le aporie ma le loro soluzioni saranno esposte nei prossimi della Metafisica. Nei prossimi post analizzeremo una per una le aporie.

Iniziamo con la lista delle aporie:

<1> Una prima aporia ha per oggetto quelle cose intorno alle quali abbiamo sviluppato le difficoltà in ciò che si è detto all’esordio: se studiare le cause sia compito di una sola o di molte scienze.

<2> Ancora, se sia compito della scienza conoscere solamente i principi primi della sostanza o <speculare> intorno ai principi dai quali tutti operano le dimostrazioni: per esempio se sia possibile affermare e negare la medesima e unica cosa nello stesso tempo, o no, e intorno altri <principi> siffatti.

Questa è una considerazione di metodo, considerare da una parte i principi e dall’altra i principi dell’argomentazione con cui si svolge l’indagine. Aristotele si riferisce al principio di (non) contraddizione e a quello del terzo escluso.

<3>  Ammesso che <la scienza> abbia per oggetto la sostanza, <a> se un’unica scienza abbia per oggetto tutte <le sostanze>, <b> o più scienze; <b> e nel caso siano più scienze, <b1> se siano tutte dello stesso genere, <b2> oppure si debba dire alcune di esse sono sapienze ed altre qualcos’altro.

<4>  […] <a> se si debba dire che esistono soltanto le sostanze sensibili o se, a lato di queste, ne esistono altre, <b> se <“sostanza”> si dice in un solo senso o ci siano più generi di sostanze, […]

<5>  […] se l’indagine verta soltanto  sulle sostanze o pure sugli accidenti per sé delle sostanze e, oltre a questi, sull’identico e sul diverso, sul simile e sul dissimile, sulla contrarietà, sul prima e sul poi; su tutte le altre <nozioni> di questo genere, […]

<6> Ancora, se i principi e gli elementi siano i generi o le <parti> immanenti nelle quali ciascuna cosa si divide;

<7> e, ove siano i generi, se siano tutti quei <generi> ultimi che si dicono degli individui o i <generi> primi: per esempio, se sia principio animale o uomo, e se esista a maggior titolo a lato dell’individuo.

<8> Ma principalmente bisogna ricercare ed esaminare se vi sia o no qualche causa per sé oltre la materia, e se questa sia separabile o no, e se sia una o più di una di numero, e se esista qualcosa oltre al sinolo […]

Ricordo che il “sinolo” è l’unione in atto di forma e materia.

<9> Inoltre se i principi siano determinati in numero o in specie, tanto quelli espressi nei discorsi quanto quelli esistenti nel sostrato.

<10> E se delle cose corruttibili e di quelle incorruttibili <i principi> siano i medesimi o diversi, e se siano tutti incorruttibili o se quelli delle cose corruttibili siano corruttibili.

<11> Inoltre – la questione più ostica di tutte e dotata delle massima difficoltà -, se l’uno e l’essere, come affermavano i Pitagorici e Platone, non siano alcunché di diverso, bensì sostanza degli enti, oppure no, ma vi sia alcunché di diverso, ossia il sostrato, come Empedocle afferma che è l’amicizia, qualche altro il fuoco, un altro ancora l’acqua o l’aria.

<15> Ancora, se i principi siano universali o come, fra le realtà, quelle individuali;

<14> e se siano in potenza o in atto. […]

<12> Inoltre, se i numeri, le lunghezze, le figure e i punti siano sostanze o no, e, ove fossero sostanze, se siano separate dalle cose sensibili o sussistenti in esse.

 

Osserverete che l’enumerazione delle aporie non è del tutto ordinata, questo perché l’esposizione delle aporie non rispecchia la loro successiva trattazione. Sono quindi enumerate secondo la loro successiva trattazione nei seguenti capitoli del libro B.


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