LA METAFISICA DI ARISTOTELE: I LIBRI CHE LA COMPONGONO
LA METAFISICA DI ARISTOTELE: I LIBRI CHE LA COMPONGONO
Dic 07Dopo aver parlato brevemente di Aristotele abbiamo visto quali sono state le sue opere che sono giunte sino a noi e fra queste la Metafisica ad opera di un curatore: Andronico da Rodi. Oggi vedremo quali sono i trattati che compongono la Metafisica. Vi sono mmolti problemi a riguardo dell’ermeneutica dell’opera in questione: 1) un problema poco ermeneutico e molto pratico: alcuni trattati non sono considerati originali di Aristotele ma rimaneggiamente successivi di altri figuri, sono però una minoranza e in loro non sono espresse questioni di estrema importanza che possano intaccare l’opera nel suo complesso; 2) la traduzione, tradurre è sempre un po’ tradire, la semantica di molti termini greci ha influenzato pesantemente la nostra cultura e il nostro linguaggio, questo però non significa che possiamo avere una trauzione dal greco all’italiano che rispetti completamente i campi semantici dei vocabili e le espressioni del greco; 3) vi è poi un altro ordine di problemi, come quello dell’uso, da parte di Aristotele, dei termini “filosofia” e “sapienza”, a riguardo vi sono teorie che li interpretano come sinonimi, altre che vedono delle sostanziali differenze. Tutti questi problemi però io li condererò riguardanti gli specialisti. Mentre non è per niente inutile la lettura dell’opera come ci è pervenuta nelle ultime traduzioni (per altro effettuate da specialisti) per chi non la conoscesse per niente, infatti l’unico modo per affrontare una montagna di problemi è iniziare dall’inizio, cioè dalla lettura dell’opera e delle eventuali note al testo. Per questo articolo ho utilizzato uno scitto di Cristina Rossitto comparso in Guida ad Aristotele, in cui vi sono molti saggi riguardanti il filosofo per chi volesse approfondire l’argomento.
Libro Primo (Alpha meizon) – A – Letteralmente “più grande”, contiene definizione di filosofia come “scienza prima”, o anche scienza delle cause prime riprendendo quanto stabilito nella Fisica di Aristotele riguardo la dottrina delle 4 cause. Inoltre viene menzionata la celebre dichiarazione Aristotelica secondo cui la filosofia nasce dalla “meraviglia”.
Libro Secondo (Alpha élatton) – α – Letteralmente “più piccolo” forse appendice al libro Alfa. O forse una seconda introduzione che mantiene il carattere del primo libro. A lungo si è pensato a questo libro come ad un apocrifo. Oggi Rossitto, che ha studiato a fondo l’argomento, ritiene che sia “A grande” che “α piccolo” siano indiscutibilmente opera di Aristotele. In fin dei conti la brevità del secondo libro e le tematiche secondarie (anche se ciò farebbe imbestialire gli esperti) mi fa ritenere secondario il problema dell’autenticità del libro secondo in sede introduttiva.
Libro Terzo (Beta) – B- è una raccolta di aporie, cioè problemi apparentemente senza soluzione, in cui Aristotele ha condensato le questioni fondamentali della filosofia. Problemi di cui si discute nei libri Γ, E, Z, H, Θ, I, M e N.
Libro Quarto (Gamma) – Γ – tratta dei molteplici significati dell’essere, in questo libro viene prospettato l’itinerario della filosofia come scienza che studia l’essere nelle sue forme, secondo le sue cause, secondo le sue proprietà essenziali e secondo i principi di esso: questi sono il principio di non-contraddizione e del terzo escluso, fondamentali per tutta la storia della filosofia.
Libro Quinto (Delta) – Δ – è una specie di dizionario di termini filosofici di Aristotele, probabilmente continuamente aggiornato nel corso della vita del filosofo. Ritorna qui il tema degli “endoxa”, dove “doxa” può essere tradotto con “opinione”: gli “endoxa” sono le opinioni correnti, dei saggi, rispetto ai vari termini in questione. La riflessione aristotelica è sempre molto pragmatica: per definire un termine in modo filosofico, come ad esempio “essere”, l’analisi parte da ciò che gli uomini rispettabili o che sono riconosciuti saggi, dicono intorno a quel termine. Dopodiché inizia l’analisi filosofica intorno alle definizioni raccolte dal senso comune. Endoxa sono quindi le opinioni diffuse attorno al termine in questione, sulle quali il senso comune si trova concorde, in maniera non critica, sono quelle opinioni che si hanno perché non si è mai pensato profondamente il significato di un termine e ci si rifà a ciò che si è sempre sentito dire a riguardo. Il contrario di “endoxa” è infatti “paradoxa” cioè “contro l’opinione comune”, da cui noi oggi abbiamo il termine “paradossale”, cioè alieno al senso comune.
Libro Sesto (Epsilon) – E – Riprende la distinzione già accennata dei vari significati dell’essere: per accidente, come vero, per sé, come potenza ed atto; e l’attenzione viene focalizzata sui primi due.
Libro Settimo (Zeta) – Ζ – È il primo dei cosiddetti “libri sulla sostanza” assieme a “H” e “Θ”. In questo libro viene discusso il significato dell’essere per sé, cioè secondo le categorie; anche quello delle categorie è un tema di importanza capitale per la filosofia.
Libro Ottavo (Eta) – Η – Secondo dei libri sulla sostanza. La sostanza è la prima delle dodici categorie aristoteliche, in questo libro vengono analizzate soprattutto le sostanze sensibili.
Libro Nono (Theta) – Θ – Qui la sostanza è trattata come “potenza” e “atto” (distinzione, anche questa, di grande fortuna storica), inoltre vi è ancora un accenno all’essere come “vero”.
Libro Decimo (Iota) – I – Verte sull’“uno”: i suoi significati, le sue proprietà.
Libro Undicesimo (Kappa) – K – L’autenticità di questo libro è considerata dubbia; in esso vengono riassunti alcuni temi dei libri precedenti della Metafisica oltre ad alcune parti della Fisica.
Libro Dodicesimo (Lambda) – Λ – Tratta della sostanza, ma questa volta delle sostanze “sovrasensibili”; fra queste vi è il “motore immobile” che muove senza essere mosso e che è origine di ogni cosa. Nei secoli l’interesse per questo libro è divenuto man mano più forte, in parte per la profonda (e difficoltosa) speculazione filosofica, in parte perché si è voluto vedere in Aristotele un precursore del cristianesimo e nel motore immobile l’affermazione razionale di Dio, benché un Dio non rivelato.
Libro Tredicesimo (My) – M – Questo libro ed il prossimo sono dedicati alla critica della filosofia platonica e dei pitagorici. Aristotele ha già chiarito alcuni punti saldi dalla filosofia del suo maestro nel primo libro della metafisica, ora negli ultimi due libri tratta la questione diffusamente per mostrare i punti di rottura fra lui e Platone. Dobbiamo però anche considerare che la ricostruzione aristotelica è molto precisa, mentre non lo è quella platonica, o meglio: non abbiamo opere di Platone in cui la sua filosofia sia esposta così pragmaticamente come fa il suo allievo Aristotele. Questo può essere avvenuto per due motivi fondamentali: (1) Platone seguiva l’insegnamento socratico secondo cui la scrittura è un mezzo deteriore per il passaggio delle informazioni rispetto al dialogo e alla memoria, quindi Platone scriveva solo degli “appunti introduttivi” nei suoi dialoghi che non raggiungevano mai il nocciolo della questione da chiarire successivamente esclusivamente nel dialogo orale; (2) i testi in cui Platone esprimeva con ordine la sua dottrina sono andati perduti, anche se può sembrare più verosimile la prima ipotesi. Aristotele sembra invece avere molta più fiducia nel mezzo scritto, anche come metodo di apprendimento e di esposizione delle idee. Dopo aver studiato per vent’anni nell’Accademia platonica, avrà avuto sicuramente le idee chiare riguardo alla dottrina del suo maestro, anche se non necessariamente questo implica che l’esposizione che Aristotele fa di Platone compendi e restituisca pari pari la filosofia platonica. Per i non addetti ai lavori, nonostante la ferma critica di Aristotele a Platone, entrambi i filosofi sono tutt’ora da ritenere di estrema importanza, nei secoli le opere di entrambi hanno subito profonde critiche ed elogi.
Libro Quattordicesimo (Ny) – N – contiene la critica alle dottrine platonica e pitagorica su principi, “idee” e “numeri ideali”, “numeri reali”, sull’“uno” e la “diade ”.