L’argomentazione: una terra di mezzo
L’argomentazione: una terra di mezzo
Nov 19[ad#Ret Big]
Il dominio dell’argomentazione è come la Terra di Mezzo de Il Signore degli Anelli, che si stende tra l’eterea beatitudine di Valinor e le tetre lande di Mordor. L’argomentazione colma il divario che si apre tra, da un lato, le dimostrazioni matematiche e le scienze sperimentali e, dall’altro, i discorsi emotivi ed espressivi della poesia, della religione, della mistica. Nella Prefazione al Trattato dell’argomentazione di C. Perelman e L. Olbrechts-Tyteca (p. xiv), N. Bobbio scrive:
Una teoria dell’argomentazione [è] un’analisi della natura, della funzione e dei limiti del discorso persuasivo distinto da quello dimostrativo, volta a determinare e delimitare il campo del «ragionevole» distinto tanto dal razionale puro quanto dall’irrazionale.
A differenza del ragionamento dimostrativo, in cui le premesse sono assunte come vere, le inferenze sono logicamente codificate e, quindi, le conclusioni sono vere e necessarie, nel ragionamento argomentativo tutto può essere sottoposto a critica. Possono esserlo sia le premesse – che sono spesso discutibili e opinabili – sia le inferenze – che spesso non sono né possono essere completamente formalizzate – sia l’uso di un certo argomento – la cui appropriatezza spesso dipende dal contesto. Pertanto, le conclusioni cui conduce l’argomentazione non sono vere e necessarie, ma verosimili e probabili (e magari convincenti solo per un tale uditorio, non per un altro).
Ciò non significa che premesse e inferenze di un ragionamento argomentativo siano scorrette o errate, ma solo che sono suscettibili di continua discussione, nella misura in cui non sono ancora accettate. Difatti, prosegue Bobbio (p. xix):
La teoria dell’argomentazione rifiuta le antitesi troppo nette: mostra che tra la verità assoluta e la non-verità c’è posto per le verità da sottoporsi a continua revisione mercé la tecnica dell’addurre ragioni pro e contro.
In questa vasta “terra di mezzo” tra la razionalità dimostrativa e l’emotività o, in certi casi, l’irrazionalità, si sviluppano pratiche come l’etica, la politica, il diritto, la filosofia, alcune scienze, oltre alla maggioranza dei ragionamenti nelle conversazioni quotidiane. Bobbio spiega (p. xiii) che l’argomentazione:
occupa il campo di ogni forma di discorso persuasivo, dalla predica all’arringa, dall’orazione alla concione, ovunque la ragione, intesa come facoltà di escogitare argomenti pro o contro una tesi, è adoperata per sostenere una causa, per ottenere un consenso, per guidare una scelta, per giustificare o determinare una decisione.
Dunque la filosofia, pur essendo una pratica in cui il ricorso all’argomentazione è preponderante, non ne detiene l’esclusiva. Proprio come la tolkieniana Terra di Mezzo è abitata da popoli di numerose razze differenti, così le terre dell’argomentazione accolgono tanto il filosofo che si sforza di confutare o difendere le teorie proprie o altrui, quanto la coppia di fidanzati che discute sul modo migliore di trascorrere il venerdì sera.
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