Il dilemma: analisi formale e informale (8)
Il dilemma: analisi formale e informale (8)
Apr 24
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2.3. Osservazioni
Dopo aver analizzato i modi per replicare a un dilemma, possiamo esplicitare con maggior precisione quali siano le eventuali debolezze di questo tipo di argomento e, per converso, quali siano le condizioni concomitanti per elaborare un buon dilemma, ossia un dilemma efficace e inattaccabile, per quanto possibile. Ne possiamo individuare almeno tre: le prime due riguardano la logica informale, la terza la logica formale [10].
- In primo luogo, è possibile passare tra le corna di un dilemma quando l’enunciato disgiuntivo della premessa maggiore non ricomprende tutte le possibilità. Pertanto, in un buon dilemma, entrambi gli enunciati disgiunti della premessa maggiore devono contemplare tutti i casi possibili, senza tralasciarne alcuno. Questa prima accortezza permette al dilemma di essere immune al passaggio tra le sue corna.
- In secondo luogo, è possibile afferrare il dilemma per le corna quando gli enunciati conseguenti presenti nella premessa minore non presentano una stretta connessione con gli enunciati antecedenti. Quindi, in un buon dilemma, ciascun enunciato condizionale della premessa minore deve esibire un legame consequenziale tra gli antecedenti e i conseguenti. Questa seconda attenzione consente al dilemma di non essere afferrato per le corna.
- In terzo luogo, è possibile criticare l’inferenza di un dilemma quando essa non è rigorosa, vale a dire quando non rispetta le regole formali. Dunque, in un buon dilemma, entrambi gli enunciati disgiunti della conclusione devono essere inferiti dalle premesse in modo logicamente stringente. Questa terza cautela garantisce la validità al dilemma, ossia l’assenza di fallacie inferenziali.
3. Conclusione
In questo articolo, abbiamo analizzato un particolare tipo di argomento chiamato “dilemma”, sia da un punto di vista formale, sia da un punto di vista informale. In questo modo, abbiamo misurato la distanza che separa il significato quotidiano del termine ‘dilemma’ dal suo significato tecnico, ossia da quel significato che la parola assume nella logica e nell’argomentazione, ripreso nelle discipline collegate ad esse, come la retorica e la filosofia.
Nella sezione dedicata all’analisi formale, abbiamo esaminato anzitutto la struttura e le condizioni di validità del dilemma. In seguito, dopo averne esposto le due principali forme, quella costruttiva e quella distruttiva, ne abbiamo proposto una classificazione ampia. Nella sezione dedicata all’analisi informale, abbiamo accennato a quali siano il contesto d’uso e lo scopo del dilemma, approfondendo poi le tre maggiori strategie argomentative per ribattervi, che ci hanno permesso di esplicitare – e quindi prevenire – le eventuali debolezze di un dilemma.
L’esame esposto nel corso dell’articolo dovrebbe averci fornito gli strumenti basilari per affrontare la discussione dei dilemmi, dai più semplici svolti nelle argomentazioni ordinarie fino ai più complessi elaborati nelle argomentazioni specialistiche. Tuttavia, sebbene la conoscenza di tali strumenti sia necessaria per discutere efficacemente un dilemma, essa non è ancora sufficiente, perché richiede la capacità di usarli in modo opportuno. Questa è un’abilità che possiamo esercitare ogni giorno a vari livelli e a diverse intensità, tanto grazie alle conversazioni quotidiane quanto grazie alle opere filosofiche.
Note
[10] Per approfondire questi punti, si veda Cattani [2001, pp. 89-92].
Bibliografia
- A. Cattani [2001], Botta e risposta. L’arte della replica, il Mulino.
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