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Il dilemma: analisi formale e informale (1)

Il dilemma: analisi formale e informale (1)

Ott 03

 

0. Introduzione

Nel linguaggio ordinario delle conversazioni quotidiane, il termine ‘dilemma’ indica una situazione problematica di difficile soluzione o, più precisamente, una situazione nella quale si è costretti a scegliere tra due alternative contrastanti, quando ogni altra possibilità di uscita sembra preclusa. In genere, usiamo il termine in questo senso quando, ad esempio, affermiamo di «trovarci di fronte a un dilemma», ossia davanti a una decisione difficile, o di «sciogliere un dilemma», cioè compiere una scelta [1].

Nel linguaggio tecnico della logica, della retorica e dell’argomentazione, accolto dalla filosofia, il termine ‘dilemma’ ha un significato diverso: esso indica una precisa forma di argomento. In questo senso della parola, il dilemma è utilizzato soprattutto nella formulazione di argomenti filosofici, poiché costituisce una delle regole inferenziali valide di base [2]. Alcuni dei più famosi argomenti della filosofia, come il problema del male o teodicea, l’argomento scettico contro la possibilità della conoscenza, l’argomento contro la derivazione divina della norma morale – solo per citarne alcuni – sono costruiti, o possono esserlo, in forma dilemmatica. Pertanto, il dilemma è uno degli strumenti discorsivi che sarebbe utile conoscere quando ci si occupa di filosofia.

In questo articolo, considereremo il significato tecnico del termine. Nella prima sezione, dedicata all’analisi formale del dilemma, inizieremo mostrandone la struttura generale e le condizioni di validità. Proseguiremo presentandone le due versioni principali con alcuni casi particolari, illustrandole anche con esempi. Concluderemo proponendo alcune osservazioni circa una classificazione ampia dei dilemmi. Nella seconda sezione, riservata all’analisi informale, accenneremo al contesto d’uso del dilemma e al suo scopo retorico-argomentativo, terminando con l’esame delle tre modalità mediante le quali, in un dibattito razionale come quello filosofico, è possibile controbattere a un dilemma [3].
 

Note

[1] Ho tratto il significato comune del termine ‘dilemma’ dai principali vocabolari telematici della lingua italiana.

[2] Alcune delle altre inferenze valide di base sono esposte in Bruce e Barbone [2011, p. 378] e Wei-Ming [2008, sez. 3.3].

[3] I principali volumi di logica e argomentazione consultati per la stesura di questo articolo sono Boniolo e Vidali [2011, pp. 109-112], Cattani [2001, pp. 89-92], Copi, Cohen e McMahon [2013, pp. 288-292], Gilardoni [2008, pp. 77-81] e Wei-Ming [2008, sez. 3.3].
 

Bibliografia

  • G. Boniolo e P. Vidali [2011], Strumenti per ragionare. Logica e teoria dell’argomentazione, Bruno Mondadori;
  • M. Bruce e S. Barbone (a cura di) [2011], Just the Arguments: 100 of the Most Important Arguments in Western Philosophy, Wiley-Blackwell;
  • A. Cattani [2001], Botta e risposta. L’arte della replica, il Mulino;
  • I.M. Copi, C. Cohen e K. McMahon [2013], Introduction to Logic, Pearson;
  • A. Gilardoni [2008], Logica e argomentazione. Un prontuario, Mimesis;
  • W. Wei-Ming [2008], iLogic, disponibile su http://www.butte.edu/~wmwu/iLogic/iLogic.html.

 
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