L’argomento per etimologia (1)
L’argomento per etimologia (1)
Dic 02[ad#Ret Big]
In questo articolo e nei prossimi devierò leggermente dal percorso intrapreso finora, pur senza uscire dal tema ‘argomentazione‘. Dalla discussione generale di argomentazione e argomento, vorrei concentrarmi sull’analisi di un tipo di argomento: quello etimologico.
«L’uso dell’etimologia per cercare la verità è legittimo,
perché l’etimologia di ‘etimologia’ è ‘discorso vero’»
(un professore di filosofia a lezione –
che forse scherzava)
Introduzione
È una strategia argomentativa usata da alcuni filosofi (e non solo) quella di giustificare una propria tesi mediante l’analisi etimologica, ossia risalendo al significato originario dei termini adoperati. Questo modo di ragionare – largamente impiegato nella filosofia antica e poi trascurato fino al secolo scorso, quando è riemerso grazie agli studi sul linguaggio – si chiama argomento etimologico o argomento per etimologia (argumentum ad etymologiam).
Qual è l’efficacia di tale argomento? Fino a che punto si tratta di una mossa dialettica consentita? La risposta potrebbe non essere univoca: molto dipende da quanto l’autore dell’argomento pretende di aver provato e da quanto il suo interlocutore è disposto a concedergli. Perciò affronterò la questione dal punto di vista del “migliore interlocutore possibile”, ossia dal punto di vista di un interlocutore critico, ben disposto ad ascoltarci ma pronto a concederci poco.
Abbiamo già visto quanto sia debole una caratterizzazione della filosofia a partire dall’etimologia più comune del termine. Qualcuno, però, potrebbe obiettare – sia per ‘filosofia’ sia per qualunque altra parola: «La debolezza della caratterizzazione risiede nel fatto che l’etimologia indicata è errata (o poco accurata, o poco affidabile). Al contrario, il tale studioso ha messo in luce un’etimologia corretta (o più accurata, o più affidabile). Ricorrendovi, quella debolezza scompare».
Chiariamo il punto in questione. Senza dubbio, quando formuliamo un argomento etimologico, è meglio ricorrere all’etimologia che gli esperti reputano corretta o più attendibile. Tuttavia, non ci stiamo domandando, banalmente, se in un argomento etimologico sia meglio adottare un’etimologia esatta anziché una inesatta, una precisa invece di una imprecisa. Il punto è se il ricorso stesso all’etimologia sia lecito come mossa argomentativa a sostegno di una tesi.
Cercherò di mostrare che l’argomento per etimologia è una strategia legittima (quando non è fallace) ma non priva di difficoltà. Per questa ragione, chiunque applichi l’argomento dovrebbe essere consapevole dei suoi limiti e preparato a giustificarne l’uso, qualora il suo interlocutore ne faccia richiesta. D’altra parte, l’interlocutore non dovrebbe lasciar correre un argomento di cui conosce le debolezze, o addirittura le falle.
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