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L’etica di John Rawls: analisi di “Una teoria della giustizia” (4)

L’etica di John Rawls: analisi di “Una teoria della giustizia” (4)

Nov 17

Articolo precedente: L’etica di John Rawls: analisi di «Una teoria della giustizia» (3)

 

2.2. I princìpi di giustizia

Per entrare nel vivo della teoria di cui il filosofo statunitense ha tracciato le linee generali nel primo capitolo, una premessa per quanto riguarda i princìpi di giustizia già descritti: essi sono scelti a condizione che sia risaputo che si tratta di princìpi pubblici [24]. Poi, Rawls passa a una formulazione che chiama “provvisoria” dei due princìpi di cui abbiamo già intravisto le forme nel primo capitolo:

Primo: ogni persona ha un eguale diritto alla più estesa libertà fondamentale compatibilmente con una simile libertà per gli altri. Secondo: le ineguaglianze sociali ed economiche devono essere combinate in modo da essere ragionevolmente previste a vantaggio di ciascuno; collegate a cariche e posizioni aperte a tutti. [25]

Da notare che il primo principio deve precedere il secondo. Inoltre, il secondo può essere soggetto a varie interpretazioni. Rawls si sofferma sull’interpretazione liberale la quale aggiunge al requisito delle carriere aperte ai talenti la condizione del principio dell’eguaglianza di opportunità: tutti hanno un’equa possibilità di ottenere le posizioni cui aspirano. Di conseguenza,

l’interpretazione liberale dei due princìpi cerca di mitigare l’influenza che le contingenze sociali e il caso naturale hanno sulle quote distributive. [26]

Questa concezione permette altresì che le abilità e i talenti determinino la distribuzione della ricchezza, in una “lotteria naturale” [27] che è comunque influenzata dalle circostanze. Come sviluppare allora una diversa interpretazione che ne mitighi gli effetti?

Combinando il principio della equa eguaglianza di opportunità con il principio di differenza. [28]

Intuitivamente, spiega il filosofo, ciò significa che l’ordine sociale deve garantire prospettive che vadano anche a vantaggio dei meno fortunati [29]. Un sistema sociale è cioè ingiusto se le aspettative più alte sono eccessive, cosa che se invece non si verificasse migliorerebbe la situazione dei meno fortunati [30]. Giustizia come equità – Rawls insiste più e più volte su questo – è l’interpretazione di una società come un’impresa cooperativa per il reciproco vantaggio. In pratica, se la società e le sue opportunità fossero una grande torta da dividere,

la soluzione più ovvia è quella di far sì che un uomo divida la torta e prenda l’ultima fetta, lasciando che gli altri la scelgano prima di lui. Egli dividerà in parti uguali la torta, poiché in questo modo può garantirsi la parte più grande possibile. [31]

Si può notare che il principio di differenza, come intuitivamente spiegato, ha molte affinità con alcune considerazioni messe in luce dal principio di riparazione, il principio per cui

le ineguaglianze immeritate richiedono una riparazione [redress] e poiché le diseguaglianze di nascita e di doti naturali sono immeritate richiedono di essere compensate in qualche modo […] la società deve prestare maggiore attenzione a coloro che sono nati con meno doti o in posizioni sociali meno favorevoli. [32]

In che modo, concretamente? Per esempio impiegare maggiori risorse nell’educazione dei meno intelligenti invece che in quella dei più dotati, almeno nei primi anni di vita. Tuttavia, tutto il ragionamento non implica che debbano essere eliminate le distinzioni, bensì sfruttare quelle stesse per operare a favore dei più svantaggiati. Le distinzioni dovute ad una distribuzione naturale non sono né giuste né ingiuste, però è ingiusto o giusto il modo in cui le istituzioni le trattano e se ne avvalgono (esempio limite dell’altezza per entrare nell’esercito). Tirando le somme, il principio di differenza fornisce in sostanza

un’interpretazione del principio di fraternità, [33]

e, una volta accettato ciò, si può percepire un’eco degli ideali del 1789:

possiamo associare alle tradizionali idee di libertà, fraternità e uguaglianza l’interpretazione democratica dei due princìpi di giustizia nel modo che segue: la libertà corrisponde al primo principio, l’eguaglianza all’idea di eguaglianza del primo principio unita all’eguaglianza di equa opportunità, e la fraternità al principio di differenza. [34]

Questo non è un tipo di società meritocratica. E non lo vuole essere.

Per approfondire


Note

[24] Cfr. Rawls, cit., p. 62.

[25] Rawls, cit., p. 66.

[26] Ivi, p. 76.

[27] Ibidem.

[28] Rawls, cit., p. 77.

[29] Cfr. Ivi, pp. 77-78.

[30] Cfr. Ivi, p. 80.

[31] Ivi, p. 85.

[32] Ivi, p. 97.

[33] Ivi, p. 101.

[34] Ivi, p. 102.

 

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