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Platone, Filebo (25)

Platone, Filebo (25)

Dic 15

Brano precedente: Platone, Filebo (24)

 

SOCRATE   Quindi argomentiamo che queste scienze stabili sono le più esatte?

PROTARCO  Beh, assolutamente.

SOCRATE  Ma, Protarco, la potenza della dialettica ci rinnegherebbe, qualora giudicassimo qualcun’altra preminente rispetto a lei.

PROTARCO  Or dunque come si deve definire questa?

SOCRATE  [58a] È chiaro che chiunque potrebbe conoscere quella di cui, ecco, adesso parliamo: infatti io, ecco, credo che in complesso tutti quanti coloro ai quali è attaccato anche poco intelletto ritengano che la conoscenza dell’essente, di quel che è ontologicamente e che è per natura sempre totalmente nell’identica condizione, sia di gran lunga la più vera. Tu dunque che dici? Come giudichi questo, Protarco?

PROTARCO  Beh, io, ecco, Socrate, ho udito più volte, ogni volta, da Gorgia che quella del persuadere si differenzia molto in meglio da tutte le tecniche – [58b] di tutte, ecco, farebbe schiave sottomesse a lei, ma mediante consenso, non mediante violenza, e di gran lunga sarebbe la migliore di tutte le tecniche –; adesso dunque non vorrei prendere posizioni contrarie né alle tue né alle sue.

SOCRATE  Mi sembra che volessi dire ‘le armi’ e, vergognatoti, le abbia lasciate.

PROTARCO  Adesso sia nella maniera che ti pare…

SOCRATE  Allora son io causa del fatto che tu non comprendi bene?

PROTARCO  Quale cosa?

SOCRATE  Caro Protarco, io, ecco, non cercavo ancora [58c] che tecnica o che scienza stabile si differenzi da tutte in quanto massima, migliore e moltissimo utile a noi, ma quale mai osservi quel che è chiaro ed esatto e verissimo, anche se fosse poca e poco applicabile; questo è ciò che adesso dunque cerchiamo. Ma guarda, ecco, concedendo alla sua tecnica di sussistere vigente a vantaggio degli uomini, non t’inimicherai Gorgia; quanto invece alla pratica di studio di cui ho parlato adesso, come già argomentavo per quel bianco puro che, anche se fosse poco, comunque, [58d] proprio per il fatto di essere verissimamente puro, si differenzierebbe da quello che è molto eppure non è di tale purezza, anche adesso dunque, avendo assai riflettuto e ragionato dialetticamente a sufficienza, non mirando né ad alcuna utilità delle scienze stabili né ad alcuna rinomanza, ma guardando se c’è qualche potenzialità innata della nostra anima di amare il vero e di praticare ogni azione in vista di questo, diciamo, dopo averla esplorata diffusamente, se possiamo affermare a partire dalle evidenze che questa possiede al meglio la purezza dell’intelletto e del pensiero o se per noi ci sia da cercarne qualcun’altra di più eminente di questa.

PROTARCO  [58e] Ma esamino e credo difficile concedere che qualche scienza stabile o tecnica abbia davanti la verità più di questa.

SOCRATE  Forse quindi hai enunciato ciò che hai detto adesso dopo aver concepito tale riflessione, cioè che le varie tecniche e quanti lavorano su di loro [59a] in primis usano opinioni e ricercano intensamente quel che è pertinente alle opinioni? E se anche qualcuno ritiene di far ricerca sulla natura, sai che fa ricerca per tutta la vita su questi enti: quelli pervadenti questo cosmo (in quale maniera si sian generati e in qual maniera patiscano qualcosa e in qual maniera funzionino)? Lo affermeremmo allora, o come diresti?

PROTARCO  Così.

SOCRATE  Quindi questo nostro ricercatore si accollerebbe un lavoro non sugli enti eternamente essenti, ma su quelli che divengono, diverranno e son divenuti?

PROTARCO  Verissimo.

SOCRATE  Quindi potremmo forse affermare che viene ad esser chiaro con esattissima verità qualcuno di questi generati, [59b] dei quali nessuno ha giammai tenuto né terrà né tiene al momento presente condizioni identiche?

PROTARCO  E come?

SOCRATE  Quindi, per quanto concerne quegli enti che non hanno acquisito neppure una saldezza qualsiasi, come potrebbe generarsi mai per noi saldezza, anche una qualsiasi?

PROTARCO  Beh, credo in nessun modo.

SOCRATE  Allora non c’è, su di essi, né intelligenza né scienza stabile contenente il vero assoluto.

PROTARCO  Quindi evidentemente no, ecco.

SOCRATE  Dunque bisogna dire grazie e arrivederci collettivamente a te e a me e a Gorgia e a Filebo, e invece testimoniare questo con l’argomento.

PROTARCO  [59c] Che cosa?

SOCRATE  Che il saldo ed il puro e vero e pure ciò che diciamo ‘discreto’ per noi sono di pertinenza o di quegli enti che si tengono sempre allo stesso modo nelle identiche condizioni, assolutamente non mischiati, o di quelli che sono più congeneri a loro; invece tutti gli altri van detti secondari e posteriori.

PROTARCO  Argomenti conclusioni verissime.

SOCRATE  Dunque, per quel che concerne tali enti, non è forse giustissimo attribuire ai più belli i più belli tra i nomi?

PROTARCO  Ecco, evidentemente.

SOCRATE  [59d] E non sono ‘intelletto’ e ‘pensiero’ i nomi che si dovrebbero stimare di più?

PROTARCO  Sì.

SOCRATE  Allora sono questi appellativi dati nelle riflessioni concettuali su quel che è ontologicamente a chiamare correttamente gli enti esatti.

PROTARCO  Beh, assolutamente.

SOCRATE  Ebbene, quelli che, ecco, io ho già sottoposto al giudizio non sono altro che questi nomi.

PROTARCO  Beh, che pensavi, Socrate?

 

 


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