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La cristologia filosofica di Simone Weil (7)

La cristologia filosofica di Simone Weil (7)

Dic 17

Articolo precedente: La cristologia filosofica di Simone Weil (6)

 

4. Una cristologia mistica

La Weil, nelle sue letture, venne anche in contatto con i classici della mistica speculativa, nei quali la sua intelligenza doveva ritrovarsi in modo più pieno. Il suo pensiero era peraltro in sintonia perfetta con il concetto fondamentale della generazione del Logos, ovvero del Cristo, nell’anima, che costituisce il centro della mistica. L’anima deve fare il vuoto in se stessa, diventare elemento puramente passivo, per poter accogliere l’irrompere di Dio. La nuova creazione a cui l’anima va incontro avviene non perché essa voglia esistere, ma perché aspira a non esistere. Essa ha compreso bene il male che è il proprio io e questo deve distruggere. Noi siamo nulla: l’impressione di essere qualcuno è solo un’illusione e dobbiamo spingere la nostra sottomissione fino ad acconsentire non solo ad essere nulla, ma anche ad essere nell’illusione:

Se pensassi che Iddio mi manda il dolore per un atto della sua volontà e per il mio bene, crederei d’esser qualcosa e trascurerei l’uso principale del dolore, che è quello di insegnarmi che non sono nulla. Bisogna dunque non pensar nulla di simile. Ma bisogna amar Dio attraverso il dolore. Debbo amare di essere nulla. Come sarebbe orribile se fossi qualcosa! Amare il mio nulla, amar d’esser nulla. Amare con la parte dell’anima che è situata dall’altra parte dello schermo perché la parte dell’anima che è percettibile alla coscienza non può amare il nulla, e ne ha, anzi, orrore. Se crede amarlo, ciò che essa ama è altro. [1]

La nuova creazione cui l’anima va incontro dopo la sua morte è definita come un’incarnazione. Questa seconda creazione non è propriamente una creazione, ma una generazione: il Cristo entra nell’anima e si sostituisce ad essa. Dio è il Logos, non un essere altro, connotato secondo la forza, ma la luce tutta presente nell’anima che ha fatto il vuoto di se stessa.

La cristologia di Weil, e la sua filosofia, rimangono sulla soglia, invitano ad entrare e pongono al tempo stesso un limite, una zona di distanza, di attesa. Si attende, si pazienta, si tace. Questo è il luogo filosofico, e mistico, per eccellenza, nel quale è possibile l’incontro con Dio, e dunque una cristologia. E questa è possibile solo grazie ad una passione per la verità che diventa, in Weil, l’elemento di connessione tra la vita e la morte, emblema di una tensione tra l’uomo ed il dolore [2]. È il Cristo che diventa la via attraverso la quale l’uomo riesce ad assumere la propria situazione, non ottenendo però spiegazioni della sua sventura, ma riottenendo, grazie all’enigma della Croce, il vero significato racchiuso nell’accettazione del dolore stesso [3], poiché è la Croce il mistero essenziale del Cristianesimo, e la partecipazione ad essa il fulcro dell’autentica fede, nonché l’arrivo cui ogni uomo, per scoprire il proprio essere, deve poter giungere. L’uomo si staglia nella distanza tra Dio e Cristo crocifisso: più la sventura lo fa precipitare, allontanandolo da Dio, più si avvicina a Cristo [4]. È nel centro dell’anima che si sperimenta il proprio sé in unione con il divino e l’analisi dell’interiorità può diventare il terreno privilegiato per un incontro personale con Lui: un incontro che si configura come una vera e propria invasione del territorio personale da parte di una potenza esterna che irrompe nell’anima e la devasta.

 

Note:

[1] Weil, Ivi, p. 201.
[2] Cfr. Pezzini A., Pensare la soglia. La riflessione di Simone Weil tra filosofia e mistica, Cantagalli ed., Siena 2007, p. 52.
[3] Cfr. Pezzini, Ivi, p. 56.
[4] Cfr. Pezzini, Ivi, p. 85.

 

Bibliografia:

  • Pezzini Armida, Pensare la soglia. La riflessione di Simone Weil tra filosofia e mistica, Cantagalli ed., Siena 2007.
  • Vannini Marco, Simone Weil. L’amore implicito di Cristo, in Silvano Zucal (ed.), Cristo nella filosofia contemporanea, II. Il Novecento, San Paolo editore, Cinisello Balsamo (Milano) 2002.
  • Zani Maurizio, Invito al pensiero di Simone Weil, Mursia, Milano 1994.
  • Weil Simone, Attesa di Dio, Adelphi, Milano 2008.
  • Weil Simone, L’amore di Dio, Borla, Torino 1968.
  • Weil Simone, L’ombra e la grazia, Bompiani, Milano 2002.

 

Articolo iniziale: La cristologia filosofica di Simone Weil (1)

 

 


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