Temi e protagonisti della filosofia

La filosofia e la sua storia

La filosofia e la sua storia

Mar 11

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Ciascuna disciplina o pratica ha una relazione privilegiata con la propria storia. Così, la numismatica ha un rapporto particolare con la storia della numismatica, il nuoto sincronizzato con la storia del nuoto sincronizzato, la musica rock con la storia del rock, e così via. Se non altro, perché nessuna disciplina o pratica è quello che è a prescindere dalla propria storia. La filosofia non fa eccezione: essa si correla ad altri saperi ma, soprattutto, alla storia di sé stessa. Sorgono allora due domande: per quale ragione la filosofia è collegata alla sua storia? E poi, di che tipo di relazione si tratta?

Vediamo anzitutto che cosa sia la storia della filosofia. Naturalmente, una certa concezione di questa presuppone una precisa idea di filosofia. D. Antiseri e G. Reale ne offrono una definizione chiara, e in linea con quanto abbiamo esposto finora, nella prefazione alla loro Storia della filosofia (1997, vol. 1, p. v):

La storia della filosofia è la storia dei problemi filosofici, delle teorie filosofiche e delle argomentazioni filosofiche. È la storia delle dispute tra filosofi e degli errori tra filosofi. È la storia di sempre nuovi tentativi di assaltare questioni, che sono per noi ineludibili.

Esistono teorie, soluzioni, argomentazioni e dispute filosofiche perché esistono problemi filosofici; i quali, da parte loro, non sono situati in un empireo senza tempo e impersonale, ma germogliano dalla concreta esperienza d’ogni persona: un problema è sempre collocato storicamente, come le strategie adottate di volta in volta per risolverlo. Così, per esempio, N. Abbagnano, nella prefazione alla prima edizione della sua Storia della filosofia (2007, vol. 1, p. vii), considera pregiudizievole l’idea che:

La filosofia si affatichi intorno a problemi che non hanno il minimo rapporto con l’esistenza umana e rimanga chiusa in una sfera lontana e inaccessibile dove non giungano le aspirazioni e i desideri degli uomini.

Pertanto non occorre aver letto libri di (storia della) filosofia per essersi posti una questione fondamentale: ciascuno vi può riflettere spontaneamente. Si potrebbe dire che proprio la natura storica dei problemi filosofici, delle loro soluzioni e delle rispettive argomentazioni, sia la condizione di possibilità per la storia della filosofia.

D’altro canto, malgrado lo stretto legame con il vissuto personale, talvolta capita che certe soluzioni, e le rispettive argomentazioni, si elevino dal particolare tessuto storico nel quale sono generate, diventando “quasi universali”. Come afferma G. Boniolo in Quattro questioni per ridiscutere sulla filosofia (2002, p. 6):

[I filosofi] portano a giustificazione delle loro tesi ragionamenti argomentativi che, con il tempo, divengono forme del ragionamento collettivo, strategie di giustificazione indipendenti dal caso e dal problema in cui sono state inizialmente utilizzate.

Per un verso, non esisterebbe storia della filosofia se non esistesse filosofia. Tale affermazione, valida per qualsiasi disciplina, è senz’altro banale; tuttavia chiarisce un rapporto logico tra la filosofia e la storia della filosofia: l’esistenza della prima precede (logicamente) l’esistenza della seconda. In questo senso, la filosofia è la ragion d’essere della sua storia.

Per un altro verso, mediante la storia della filosofia è possibile acquistare la consapevolezza della filosofia: anche questo vale per ogni disciplina e la sua storia. In quest’altro senso, la storia della filosofia garantisce la conoscenza della filosofia: è la sua “condizione cognitiva”. Pure noi, infatti, per capire che cosa sia la filosofia, abbiamo osservato che cosa hanno fatto i filosofi nel corso del tempo.

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