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Platone, Parmenide (18)

Platone, Parmenide (18)

Lug 10

Brano precedente: Platone, Parmenide (17)

 

«Ed allora l’uno ha parte anche del tempo, cioè esso è e diviene più vecchio e più giovane sia di sé stesso sia degli altri e, proprio avendo parte del tempo, né è né diviene né più vecchio né più giovane né di sé stesso né degli altri?» «Come?» «Dal momento che l’uno è, per esso vige l’essere». «Sì». «Dunque, l’’essere’ che altro è se non partecipazione all’essere in congiunzione col tempo presente, così come [152a] l’‘era’ ed il ‘sarà’ sono comunanza con l’essere in congiunzione col tempo rispettivamente passato e futuro?» «Lo sono, ecco». «Allora ha parte anche del tempo, se ha parte dell’essere». «Assolutamente sì». «Quindi del tempo che passa?» «Sì». «Allora diviene sempre più vecchio di sé stesso, se progredisce nel tempo». «Di necessità». «Ora, rammentiamo che il più vecchio diviene più vecchio di qualcosa che diviene più giovane?» «Lo rammentiamo». «Quindi, poiché l’uno diviene più vecchio di sé stesso, non diverrebbe forse più vecchio di sé stesso che diviene più giovane?» [152b] «Di necessità». «Dunque così diviene sia più vecchio sia più giovane di sé». «Sì». «Or dunque, non è forse più vecchio quando è nell’adesso, che si genera a metà tra l’era ed il sarà? Ecco, passando dal prima al dopo, non salterà affatto l’adesso». «Ecco no». «Quindi non si trattiene forse dal divenire più vecchio allorquando s’imbatte nell’adesso, [152c] e in quel momento non diviene più vecchio, ma lo è di già? Procedendo, infatti, non sarebbe mai preso dall’adesso. Quel che procede, ecco, ha modo di entrare in contatto con entrambi, sia con l’adesso sia col dopo: con l’adesso andandosene, col dopo agguantando, generandosi a metà tra i due, tra il dopo e l’adesso». «Vero». «Ecco dunque: se è necessario che tutto quel che diviene non tralasci l’adesso, quando è in esso [152d] si trattiene dal divenire continuamente e in quel momento è ciò che gli capita di esser divenuto». «Pare». «Ed allora l’uno, quando, divenendo più vecchio, s’imbatte nell’adesso, si trattiene dal divenire più vecchio, cioè è più vecchio». «Beh, assolutamente». «Quindi, non è anche più vecchio di quello di cui diveniva più vecchio? Ma non diveniva più vecchio di sé stesso?» «Sì». «Ma il più vecchio è più vecchio di un più giovane?» «Lo è». «Ed allora l’uno è più giovane di sé allorquando, divenendo più vecchio, s’imbatte nell’adesso». «Di necessità». «L’adesso, ecco, [152e] è sempre presente all’uno per tutto il suo essere: ecco, ogniqualvolta è, è sempre adesso». «Ecco, come no?» «Allora l’uno continuamente è e diviene sia più vecchio sia più giovane di sé stesso». «Sembra». «Ma esso è o diviene per un tempo maggiore od uguale rispetto a sé stesso?» «Uguale». «Ma ecco che o divenendo od essendo per un tempo uguale ha la stessa età». «E come no?» «Quel che dunque ha la stessa età non è né più vecchio né più giovane». «No, ecco». «L’uno, allora, sia divenendo sia essendo per un tempo uguale rispetto a sé stesso, non è e non diviene né più giovane né più vecchio di sé stesso». «Non mi sembra». «Che argomenti dunque sugli altri?» «Non ho modo di argomentarlo». [153a] «Ecco, hai modo di argomentare questo: che gli altri dall’uno, dal momento che sono diversi ma non un diverso, sono più d’uno: ecco, essendo un diverso, allora sarebbero uno, ma, essendo dei diversi, sono più d’uno ed hanno pluralità». «Allora ce l’hanno sì». «Essendo dunque pluralità, allora hanno parte d’un numero maggiore di uno». «E come no?» «Che dici quindi? Affermeremo che nell’ambito del numero si generano e son nati prima i numeri maggiori o quelli minori?» «Quelli minori». «Il minimo allora è primo: questo dunque è l’uno; o no?» «Sì». «Allora di tutti gli enti che hanno numero l’uno è nato per primo; ma anche tutti gli altri hanno numero, dal momento che sono altri e non altro». «Lo hanno, ecco». «Essendo dunque nato per primo, credo, ecco, sia nato prima, mentre gli altri posteriormente, ma i nati posteriormente sono più giovani di quel che è nato prima; e così gli altri sarebbero più giovani dell’uno, mentre l’uno sarebbe più vecchio degli altri». «Ecco, allora sarebbe così».


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