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Aristotele,Metafisica, libro 5°, i significati di “anteriore” e “posteriore”

Aristotele,Metafisica, libro 5°, i significati di “anteriore” e “posteriore”

Lug 09

Restiamo nel libro Delta della Metafisica di Aristotele e proseguiamo nel nostro glossario filosofico con i significati dei termini “anteriore” e “posteriore“, i quali essendo correlativi, come ad esempio “servo” e “padrone”, sono termini dove  l’uno implica l’esistenza anche dell’altro.

1) Il primo significato generale di questi correlativi secondo Aristotele è da considerarsi guardando le cose che sono più vicine (o al contrario meno vicine) ad un principio.

A) Il primo modo in cui si dice anteriore è quello secondo il luogo. Aristotele fa l’esempio del “mezzo” rispetto all’ “estremo”: considerando un’estremità di un segmento sarà anteriore il mezzo rispetto all’altro capo. Oppure più semplicemente un luogo più vicino alla mia posizione sarà considerato anteriore rispetto ad uno più lontano che verrà di conseguenza considerato posteriore.

B) Il secondo modo in cui possiamo dire anteriore è quello secondo il tempo. Esistono fatti distanti molti secoli dall’istante attuale i quali sono anteriori a fatti occorsi pochi decenni nel passato rispetto all’istante attuale. Lo stesso potrebbe dirsi considerando la linea temporale del senso comune nel suo sviluppo verso il futuro, anche se Aristotele nella sua visione pragmatica considera che il futuro in realtà è sempre prossimo, cioè l’attimo che succede all’adesso, cioè all’istante attuale, più oltre, razionalmente, si può solo ipotizzare.

C) Il terzo modo concerne ciò che è anteriore o posteriore secondo il movimento. Qui Aristotele riporta l’esempio del “bambino” come anteriore rispetto all’ “uomo” poiché il bambino come inizio assoluto è più vicino al motore, cioè alla generazione del movimento che come passare all’essere (dal non essere) è anche forma.

D) Il quarto modo in cui si dicono i due correlativi rispetto ad un principio riguarda ciò che è anteriore e posteriore secondo potenza. Aristotele scrive:

Quelle <anteriori> secondo la potenza (infatti, ciò che è superiore per potenza, vale  adire ciò che è più potente, è anteriore. E’ tale ciò cui un’altra cosa, ossia quella posteriore, è necessario che segua conformemente alla sua scelta deliberata, cosicché, se esso non la muovesse, non sarebbe in movimento ed è in movimento perché viene mossa. Infatti, la scelta deliberata è un principio).

Lo stagirita qui si sta riferendo ad un preciso tipo di potenza anteriore, cioè a quella cui segue necessariamente un qualcosa di posteriore attraverso l’esercizio della scelta deliberata dalla parte dell’esercizio della potenza. Seguendo l’euristico ma convincente commento di Zanatta concordo con l’interpretazione secondo cui vi deve essere inizialmente una potenza che esegue una scelta deliberata attraverso un calcolo volto a raggiungere un fine determinato, tale è l’ambito dell’azione stessa. Qui la scelta deliberata, già inserita fra i significati di principio, si situa su quella linea che fa seguire l’anteriore (la potenza che sceglie deliberatamente) al posteriore (il fine prefissato) e Zanatta ne conclude che il soggetto di questo transito sia proprio l’uomo come soggetto della scelta, il quale ha potenza di esercitarla e capacità razionale per fissare il proprio fine. L’uomo risulta quindi anteriore come potenza se si considera la sfera dell’agire.

E) Ultimo modo in cui si dicono anteriore e posteriore rispetto ad un principio è l’esserlo secondo un ordine stabilito, il quale può essere ad esempio il posizionamento dei vari interpreti secondo il canone stabilito del teatro greco antico, oppure il rapporto d’ordine che intercorre fra le corde della lira; un rapporto essenziale prima che spaziale legato alla matematica del suono e della musica.

 

2) Vi è un secondo significato di anteriore e posteriore quando essi vengano considerati secondo la conoscenza. Aristotele scrive:

In un altro senso <si dice anteriore> ciò che è anteriore per la conoscenza, sul presupposto che sia anteriore anche in senso assoluto. […] giacché secondo la nozione sono anteriori le cose universali, mentre secondo la sensazione lo sono quelle individuali; e secondo la nozione l’accidente è anteriore all’intero: per esempio, il musico, all’uomo musico, giacché la nozione nella sua interezza non si avrà senza la parte, anche se non è possibile che vi sia il musico se qualcuno non sia musico.

Questa citazione esprime un altro tema famoso alla storia della filosofia quanto già presente anche in vari scritti di Aristotele cioè la distinzione di ciò che è primo per sé o per definizione e ciò che lo è per noi o secondo la sensazione. Ve ne è un richiamo nella definizione che Aristotele dà della filosofia prima come scienza dell’ “essere in quanto essere”, ciò che pur partendo e informando la materia gnoseologica delle nostre sensazioni è anche principio universale che supera in complessità, unifica e insieme permette le sensazioni singolari; l’Essere in quanto Essere è un primo razionale, il quale permette che le sensazioni possano essere considerate come primo a loro volta qualora non ci si avventuri nella ricerca razionale.

3) Il terzo significato di anteriore e posteriore va riferito non alle cose stesse ma alle proprietà di quest’ultime. Aristotele scrive:

Inoltre, si dicono anteriori le proprietà delle cose che sono anteriori: per esempio, il dritto al levigato, giacché il primo è proprietà della linea in se stessa, il secondo lo è della superficie.

4) Analizziamo quindi l’ultimo dei significati dei due correlativi presi in esame in questo post. Per la complessità di rimandi conviene riportare la citazione e quindi analizzarla:

Ebbene, si dicono anteriori e posteriori le cose che stanno in questo modo [in riferimento ai modi appena descritti], ma altre <si dicono> secondo la natura e la sostanza [anteriori] tutte quelle che possono esistere senza le altre, mentre queste seconde [le cose posteriori] non lo possono [esistere] senza di esse. […] (poiché l’essere ha molti significati, in primo luogo è anteriore il sostrato, perciò è anteriore la sostanza, indi, in un altro senso, <sono anteriori> le cose secondo la potenza e l’atto, giacché alcune cose sono anteriori secondo la potenza, altre secondo l’atto: per esempio secondo la potenza la semiretta <è anteriore> all’intera linea, la parte all’intero e la materia alla sostanza, mentre secondo l’atto sono posteriori. Infatti, esisteranno in atto quando <l’intero> sia stato soppresso).

Ho eliminato da questa citazione un riferimento a Platone che risulta del tutto dubbio e di difficile interpretazione. Esaminando la citazione vediamo che innanzi tutto si dicono anteriori le cose che causano quelle successive, le conseguenze rispetto alle cause sono quindi posteriori.

Se consideriamo invece i significati dell’Essere in quanto tale, questi sono anzitutto le Categorie e possiamo dire che la prima categoria, quella di Sostanza sia anteriore alle altre. Visto che il sostrato è uno dei significati della Sostanza, allora il sostrato sarà di per sé anteriore, poiché tutto vi si riferisce in quanto essente, cioè tutto si riferisce in senso generale all’Essere come sostrato e fondamento, pur rimanendo viceversa vero che il sostrato non si riferisce a niente nello specifico se non a se stesso come Essere.

Nell’ultimo caso Aristotele sottolinea che alcune cose sono anteriori secondo l’atto, altre secondo la potenza. Se consideriamo la generazione di una forma come un intero partendo dalla generazione di una sua parte allora osserviamo che l’intero è qui in potenza; se invece partiamo dall’intero già costituito, cioè in atto, e da questo sottraiamo un pezzo per rimanere con una parte ci accorgiamo che l’intero è, secondo questa considerazione, precedente alla parte.


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