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Argomenti epicurei contro il timore della morte (7)

Argomenti epicurei contro il timore della morte (7)

Dic 01

Articolo precedente: Argomenti epicurei contro il timore della morte (6)

Secondo argomento

Argomento per simmetria

 

2. Discussione

Nel precedente articolo abbiamo esposto un secondo argomento epicureo contro il timore della morte: l’argomento per simmetria. Abbiamo visto che Lucrezio cerca di offrire almeno una ragione ulteriore per allontanare quel timore, corroborando così l’attacco del maestro alla tesi del danno. Tuttavia non mancano obiezioni a questo approccio.

 

2.1. Debolezze epicuree

Nella misura in cui il ragionamento lucreziano adotta le stesse premesse di quello di Epicuro, esso è passibile delle medesime critiche. Difatti, le tre debolezze da cui è affetto l’argomento “nessun soggetto di danno” minano anche l’argomento per simmetria.

  • Eccesso di razionalità. L’argomento per simmetria intende provocare cambiamenti psicologici tramite strumenti razionali. Applicando confronti e paragoni, esso cerca di mutare il nostro atteggiamento verso la morte. In generale, però, considerazioni logiche non causano necessariamente cambiamenti psicologici, come d’altra parte i nostri atteggiamenti possono variare senza l’intervento di ragionamenti. In particolare, provare che non abbiamo ragione di temere la morte non implica disinnescare quel timore.
  • Morte come stato o condizione. L’argomento per simmetria riguarda il timore della morte intesa come stato, ossia come “essere morti”. Pertanto l’argomento non mira a influire sulla paura di morire (il processo di fuoriuscita dalla vita) né su quella del decesso (l’evento che distacca dalla vita) e dell’eventuale sofferenza che può accompagnarli, benché in fin dei conti appaia ragionevole supporre che siano questi gli oggetti delle nostre maggiori preoccupazioni quando parliamo di morte.
  • Morte come inesistenza. L’argomento per simmetria pone un’identità tra “essere morti” e “non esistere (più)”, poiché accetta la teoria atomistica epicurea assumendone le conseguenze, tra le quali la disgregazione del composto atomico che ci costituisce come termine della nostra esistenza [*]. Tuttavia, esso non considera la possibilità che il timore dello stato di morte dipenda dalla prospettiva di una condizione di esistenza postuma ignota o indesiderabile.

Si potrebbe obiettare, appellandosi a una variante del principio di carità, che muovere queste critiche è giusto nei confronti dell’argomento di Epicuro, ma non nei confronti di quello di Lucrezio. Il secondo, infatti, tenta di replicare a un’obiezione sollevata contro il primo: «E se fosse proprio l’inesistenza ciò che ci turba?».

Ora, riconoscere la legittimità di tale domanda – come farebbe l’interlocutore disposto ad ascoltare la risposta del poeta latino – implica concedere almeno una premessa dell’argomento “nessun soggetto di danno”: che la morte sia uno stato d’inesistenza. Dunque, a questo punto, sarebbe poco caritatevole sollevare obiezioni a premesse già concesse per amore di discussione.

In effetti, questa replica sembra centrare il bersaglio, qualora si consideri l’argomento per simmetria come un rinforzo per l’argomento di Epicuro. D’altra parte, oltre alle critiche condivise con quest’ultimo, l’argomento per simmetria soggiace ad alcune obiezioni specifiche, che non dipendono dai suoi presupposti epicurei. Le esamineremo dal prossimo articolo.

 

Nota

[*] Si vedano i libri 1 e 2 dell’opera Sulla natura delle cose per l’esposizione dei principi fondamentali dell’atomismo epicureo e per la spiegazione della natura dei composti atomici, e il libro 3 (417-805) per l’analisi della mortalità dell’anima, in difesa della quale Lucrezio schiera un’ampia batteria di argomenti.

Articolo successivo: Argomenti epicurei contro il timore della morte (8)


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