Temi e protagonisti della filosofia

Just the Arguments: gli argomenti più importanti della filosofia

Just the Arguments: gli argomenti più importanti della filosofia

Ago 17

Un mio professore di ermeneutica ripeteva a lezione: «Prima di criticare un filosofo, bisogna ascoltarlo». Giusto, ma non basta. Critica e ascolto degli argomenti di un filosofo dovrebbero essere mediati da una loro buona comprensione. Il che significa, soprattutto, analizzarne la struttura individuandone le premesse, le conclusioni e le forme inferenziali da cui dipendono forza o validità, oltre eventualmente al grado di persuasività a cui l’argomento può aspirare.

Proprio in questa direzione si muove il volume Just the Arguments: 100 of the Most Important Arguments in Western Philosophy, curato da Michael Bruce e Steven Barbone. È sufficiente il titolo per farsi un’idea generale di che cosa aspettarsi. Redatto da 70 autori da cinque continenti, il libro offre la presentazione e la discussione di argomenti noti e meno noti, sviluppati lungo l’intera storia filosofica occidentale, da quelli per analogia di Talete all’argomento sugli zombi di Chalmers. Il filo conduttore di una così gran varietà tematica è una precisa visione dell’attività filosofica, perseguita con coerenza nell’opera e sintetizzata dai curatori in un motto (p. 1):

“Mostrami l’argomento” è il grido di battaglia dei filosofi.

Fuori di metafora, questa posizione è espressa più distesamente nella quarta di copertina:

I filosofi non avanzano solo pretese: offrono anche argomenti. […] La filosofia inizia con domande, ma i tentativi di risposta sono altrettanto importanti, e queste risposte richiedono argomenti ragionati.

Se preso alla lettera, il titolo di copertina può trarre in inganno. Cento sono i capitoli del volume, non gli argomenti presentati. Nella maggioranza dei casi, a ogni capitolo è dedicato un solo argomento, ma qualche capitolo ne racchiude di più: o perché espone almeno due argomenti diversi, o perché presenta più versioni dello stesso argomento. Per esempio, nel primo capitolo sulle cinque vie di Tommaso d’Aquino troviamo cinque argomenti distinti; il capitolo riservato al cogito contiene sia la versione di Agostino sia quella di Descartes. Di conseguenza, il volume schiera una batteria di oltre cento argomenti. Basterebbe questo a renderlo apprezzabile, perché offre più di quanto la copertina promette.

Il volume è suddiviso in sei sezioni che, raccogliendo i capitoli e i rispettivi argomenti, coprono un ampio spettro di discipline filosofiche: filosofia della religione, metafisica, epistemologia, etica, filosofia della mente, scienza e linguaggio. La maggioranza relativa dei capitoli rientra nel campo dell’etica, dove sono stati riassorbiti anche parecchi argomenti di filosofia della politica. Questa sezione si spartisce con quella di metafisica quasi la metà dei capitoli del libro, mentre i restanti sono distribuiti piuttosto equamente nelle rimanenti sezioni.

Sorprendono, invece, da un lato l’assenza di settori rilevanti dell’indagine filosofica, come l’estetica o la filosofia dell’arte; dall’altro lato, sia lo spazio molto contenuto riservato ai temi della scienza e del linguaggio – considerata l’importanza che rivestono negli studi attuali – sia la scelta di raggrupparli in un unico capitolo finale. Limiti come questi sono riconosciuti dai curatori nell’introduzione (p. 2):

Questa lista [di argomenti] non è esaustiva né indubbia. […] Esistono molti altri argomenti che non sono inclusi qui, e speriamo di fornirli in prossime pubblicazioni.

I cento capitoli condividono una struttura simile. Dopo una bibliografia di fonti primarie e secondarie e una breve introduzione che descrive il contesto e lo stile dell’argomento, chiarendo il significato dei termini tecnici e le ragioni per cui l’argomento è importante, segue una citazione rappresentativa tratta dalla fonte originale. Questa mole di informazioni prepara alla fase successiva. Generalmente al termine del capitolo, l’argomento è scomposto in proposizioni semplici e ricostruito in un flusso di premesse e conclusioni connesse tra loro da relazioni logiche ben individuate. Il livello di complessità degli argomenti varia in modo notevole: il capitolo sull’imperativo categorico di Kant dispiega un ragionamento con 27 premesse e 14 conclusioni, mentre altri accolgono semplici modus ponens o modus tollens di due premesse e una conclusione.

In genere, i capitoli sono di agile lettura: occupano in media tre o quattro pagine e la maggior parte non richiede al lettore conoscenze dettagliate di storia della filosofia o di logica. Nei casi più complessi, un valido aiuto è offerto dalle due appendici logiche che chiudono il volume. La prima propone un dizionario di termini del gergo logico, utilizzati per qualificare gli argomenti; la seconda espone alcune tavole con le regole di inferenza e di sostituzione seguite dagli autori nella formulazione degli argomenti.

La scomposizione di ogni argomento nei suoi elementi chiave e la ricostruzione in forma diagrammatica per renderli espliciti costituiscono, a mio avviso, il punto di forza del volume. Non sempre, infatti, i filosofi espongono i loro argomenti esibendo con chiarezza quali premesse accettino e quali regole inferenziali applichino, sebbene proprio questo lavoro sia indispensabile per consentirne la comprensione e la valutazione.

Se da un lato gli autori del volume compiono per i lettori questo importante passo, dall’altro lato l’operazione intrapresa è molto delicata, poiché richiede competenze storiche ed ermeneutiche, oltre che logiche e argomentative, tutt’altro che banali. Pertanto, non mi sembra un eccesso di prudenza confrontare continuamente la ricostruzione dell’argomento proposta da ciascun autore con le citazioni originali e la letteratura secondaria che fornisce. A questo scopo, per alcuni capitoli sarebbe stato efficace un apparato di riferimenti bibliografici più corposo, che talvolta si limita alla sola indicazione della fonte primaria.

In conclusione, Just the Arguments costituisce una novità nel panorama della letteratura filosofica secondaria. Nonostante le criticità riscontrabili, lo raccomanderei a chiunque fosse interessato a vario titolo alla filosofia. Benché il destinatario privilegiato dei curatori sia lo studente universitario, non è difficile immaginare come anche il filosofo professionista possa trarre beneficio da quest’opera, molto più che propedeutica. La miniera di stimoli intellettuali contenuta nel volume potrà soddisfare tanto i lettori più “continentali”, grazie alle ricche presentazioni storiche di ogni capitolo, quanto i più “analitici”, in virtù dell’impianto logico che soggiace al libro. Proprio questo ultimo aspetto attirerà soprattutto gli amanti dell’analisi argomentativa e affascinerà chi ha un debole per la bellezza di argomenti ben costruiti.

Michael Bruce & Steven Barbone (Eds.), Just the Arguments: 100 of the Most Important Arguments in the Western Philosophy, Wiley-Blackwell, 2011, 424 pp.


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