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Frammenti morali di Democrito (5)

Frammenti morali di Democrito (5)

Set 14

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La continua frequentazione dei peggiori fa aumentare la disposizione al male [phaulōn homiliē synechēs hexin kakiēs synauxei].

Le speranze dei colti [hai tōn pepaideumenōn helpides] sono migliori [kressones] della ricchezza dei non istruiti [ho tōn amathōn ploutos].

Avere le stesse idee [homophrosynē] crea [poiei] amicizia.

Gradevolezza e disgusto determinano quali cose siano convenienti e quali non convenienti [horos symphorōn kai asymphorōn terpsis kai aterpiē].

L’optimum [ariston] per l’uomo è condurre la vita con animo pienissimamente tranquillo [ton bion diagein hōs pleista euthymēthenti] e preoccupandosi pochissimo [elachista aniēthenti]; e così sarebbe, se solo non si trasformassero le cose periture in gioie [epi tois thnētoisi tas hēdonas poioito].

Dalle opere spregevoli bisogna stornare anche le parole [phaulōn ergōn kai tous logous paraitēteon].

Orbene, per l’uomo la tranquillità dell’animo si genera mercé moderazione del godimento ed equilibrio di vita [euthymiē ginetai metriotēti terpsios kai biou symmetriēi]; invece i difetti e gli eccessi amano rovesciarsi [ta… elleiponta kai hyperballonta metapiptein.. philei] ed anche produrre grandi emozioni nell’anima [megalas kynēsias empoiein tēi psychēi]. E quelle tra le anime che si muovono dall’uno all’altro estremo di grandi distanziamenti [ek megalōn diastēmatōn kinoumenai] non sono né stabili [eustathees] né tranquille [euthymoi]. Dunque si deve por mente [dei echein tēn gnōmēn] alle cose possibili [epi tois dynatois] e contentarsi delle presenti [tois pareousin arkeesthai], avendo poca attenzione [oligēn mnēmēn echonta] per gl’invidiati [tōn… zēloumenōn] e gli ammirati [thaumazomenōn] e non accostandosi [prosedreuonta] loro col pensiero [tēi dianoiai]; si deve invece osservare [theōreein] le vite degli afflitti [talaipōreontōn], riflettendo [ennooumenon] su quel che patiscono [paschousi] assai, cosicché ti appaiano [phainētai] grandi ed invidiabili [zēlōta] le cose che ti son vicine e possiedi [ta pareonta soi kai hyparchonta] e giammai t’accada di patire male nell’anima desiderandone di più [pleionōn epithymeonti symbainēi kakopathein tēi psychēi]. Infatti chi ammira i facoltosi [thaumazōn tous echontas] e coloro che dagli altri uomini sono ritenuti beati [makarizomenous] ed ognora si accosta loro coll’attenzione è costretto ad applicarsi ad opere sempre nuove [aei epikainourgein anankazetai] e a gettarsi per desiderio sul compiere qualcosa d’irrimediabile che le leggi vieterebbero [epiballesthai di’epithymiēn tou ti prēssein anēkeston ōn nomoi kōlyousin]. Perciò non bisogna perseguire [dizesthai] difetto ed eccesso: bisogna invece costruirsi la serenità interiore [euthymeesthai] su [epi] su ciò che è possibile, paragonando la propria vita a quella di coloro che se la passano peggio [paraballonta ton heautou bion pros ton tōn phauloteron prēssontōn], e bearsi tenendo in mente [makarizein heōuton enthymeumenon] ciò che patiscono, quanto meglio [beltion] della loro sia percorsa [prēssei] e condotta. Invero, avendo questa convinzione [gnōmēs], nella vita ti condurrai [diaxeis] con animo più tranquillo [euthymoteron] e inoltre respingerai [diōseai] non poche rovine [kēras]: malevolenza [phthonon], competizione [zēlon] e discordia [dysmeniēn].

È facile [radion] lodare e biasimare [psegein] ciò che non si deve; entrambe le cose però sono proprie di un carattere malvagio [de ponērou tinos ēthos].

È opera di saggezza [phronēsios ergon] proteggersi da [phylaxasthai] un’ingiustizia imminente [mellousan], d’insensibilità [analgēsiēs] invece non vendicarsi [amynasthai] di una avvenuta [gegomenēn].

Le grandi gioie si generano dal contemplare le bellezze delle opere [hai megalai terpseis hypo tou theisthai ta kala tōn ergōn ginontai].


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