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Uso e menzione: rilevanza filosofica

Uso e menzione: rilevanza filosofica

Giu 24

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Rilevanza filosofica della distinzione

Dato che termini ed enunciati costituiscono i vari tipi di ragionamenti, compresi quelli argomentativi, così frequenti in filosofia, allora la distinzione tra uso e menzione va considerata soprattutto nella formulazione d’argomenti (filosofici e non). Almeno due ragioni spingono a questa considerazione.

In primo luogo, facendo filosofia, spesso dobbiamo parlare d’espressioni linguistiche per discutere della loro funzione all’interno di un argomento, del loro senso o del loro significato, del loro valore di verità, e così via. Mediante la distinzione tra uso e menzione, possiamo riferirci in modo preciso alle parti di un discorso sulle quali vogliamo indirizzare l’attenzione. Consideriamo, ad esempio, il seguente argomento:

Tutti i postini smistano la posta.
Nicola è un postino.
Quindi Nicola smista la posta.

La menzione ci consente di affermare se un enunciato funge da premessa o da conclusione: ‘Nicola è un postino’ è una premessa, ‘Nicola smista la posta’ è la conclusione, ecc. Oppure ci permette di segnalare il valore di verità di un’asserzione: ‘Tutti i postini smistano la posta’ è falos, ‘Nicola è un postino’ è vero, ecc. Ci possiamo anche concentrare su parole importanti negli argomenti: ‘quindi’ è un indicatore di conclusione, ‘tutti’ segnala un enunciato universale, ecc.

In secondo luogo, conoscere la distinzione affina la nostra capacità di riconoscere o evitare argomenti errati. Molti argomenti filosofici sono fallaci proprio perché, elaborandoli, non si distingue abbastanza. Consideriamo, ad esempio, questo argomento:

Roberta è una studentessa.
Una studentessa è formata da otto consonanti e sei vocali.
Quindi Roberta è formata da otto consonanti e sei vocali.

Ma le persone, come Roberta, non sono formate da consonanti o vocali! L’errore sta nella seconda premessa, dove si sarebbe dovuto scrivere ‘una studentessa’. Chiunque potrebbe proporre argomenti del genere, magari meno grossolani e più subdoli, inconsapevolmente oppure per tante ragioni diverse. (Ad esempio, un rivale in amore che cerchi di dissuadermi a corteggiare Roberta, sgomberando così il campo da un potenziale pretendente. Chi vorrebbe amoreggiare con un mucchietto di lettere?).

Se non sapessimo distinguere l’uso di un’espressione dalla sua menzione, potremmo essere costretti ad ammettere come vera una conclusione falsa, o priva di senso. Magari il ragionamento ci suonerebbe strano, ma senza capire perché; qualcosa non ci convincerebbe fino in fondo, ma non sapremmo dire che cosa. Al contrario, sapere che uso e menzione sono concetti diversi ci fornisce uno strumento logico in più: sia per smascherare i sofismi, sia per aumentare la chiarezza dei nostri discorsi.

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