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Plotino, Enneade V 9 [5: Sull’intelletto e le idee e l’essente], 6

Plotino, Enneade V 9 [5: Sull’intelletto e le idee e l’essente], 6

Lug 09

 

 

Brano precedente: Plotino, Enneade V 9 [5: Sull’intelletto e le idee e l’essente], 5

 
6. L’intelletto, dunque, sia gli essenti, ovvero non avendoli tutti in se steso come in un luogo, tutt’altro: avendoli come se stesso ed essendo uno con essi. Dunque tutte le cose son assieme [7] là e nondimeno discrete. Giacché anche l’anima, nonostante abbia più scienze stabili in se stessa, nulla |5| ha di confuso, e ciascuna pratica il suo, quando occorra, non oberata col trascinamento delle altre nel suo solco, dunque ciascun pensiero s’impegna nel suo atto scevro degli [altri] pensieri a loro volta domiciliati nell'[anima].

In questo modo quindi e molto di più l’intelletto è assieme tutte le cose e, d’altronde, non assieme, giacché ciascuna è una potenza peculiare. Dunque l’intelletto nella sua totalità ha [tutte le cose] come pertinenze |10| come un genere ha eidē [specie] come pertinenze e come un intero ha parti come pertinenze. E le potenze dei semi offrono dunque un’icona [immagine] delle leggi enunciate, giacché in questo intero tutte le cose sono indiscriminate e le forme razionali sono come in un singolo centro; anche così comunque altra è la forma razionale dell’occhio, altra quella delle mani, conosciute, quanto all’essere altre [diverse], a partire dal sensibile generato sotto l’azione di esso. |15|

Quindi le potenze nei semi, ciascuna di esse è una forma razionale singola, intera assieme alle parti abitanti in essa come sue pertinenze, ha il corporeo come materia, come, ad esempio, quanto è umido, mentre essa stessa è eidos [forma], il tutto [intero], ovvero forma razionale la qual è identica all’eidos [alla specie] d’anima che genera, che è immagine d’un’altra anima superiore. |20| Alcuni, dunque, denominano natura stessa quella [anima] nei semi, che, oriunda di là, dai predecessori di essa, come accade per la luce emessa da fuoco, stellò e mise in forma la materia, non urtandola né usando le tanto decantate leve, bensì donando le forme razionali.

 

Note

[7] Anassagora, frammento B 1 Diels-Kranz.

 
La traduzione dal greco è condotta sul testo dell’editio minor Henry-Schwyzer:
Plotini Opera, ediderunt P. Henry et H.-R. Schwyzer, 3 voll., Clarendon Press, Oxford 1964-82.

 
Brano seguente: Plotino, Enneade V 9 [5: Sull’intelletto e le idee e l’essente], 7

 

 


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