Temi e protagonisti della filosofia

Il mio prossimo ha anche le zampe. Quattro letture di etica animale

Il mio prossimo ha anche le zampe. Quattro letture di etica animale

Ott 07

 
L’etica per animali non umani è un settore d’indagine filosofica che ha ottenuto una crescente attenzione negli ultimi anni, non solo tra gli “addetti ai lavori” ma anche presso il grande pubblico. Qual è lo statuto morale degli animali non umani? Come dobbiamo comportarci nei loro confronti? È giusto confinarli nei laboratori o nei circhi, negli zoo o negli allevamenti? Siamo moralmente giustificati a utilizzarli come cibo o come vestiario, come cavie o come oggetti d’intrattenimento? Si tratta d’interrogativi morali delicati e urgenti, perché le nostre relazioni dirette o indirette con gli animali sono quotidiane, benché talvolta inconsapevoli.

Di seguito troverete alcuni suggerimenti di lettura per entrare “con tutte le scarpe” nel campo dell’etica animale. Sono quattro saggi filosofici – in alcuni casi diventati classici – che accompagnano nel cuore dei problemi sollevati in questo campo di ricerca negli ultimi quarant’anni. Non occorrono conoscenze preliminari specifiche per comprenderli e apprezzarli; tuttavia un’introduzione generale ma precisa può essere fornita dalle voci Animal and Ethics della Internet Encyclopedia of Philosophy e The Moral Status of Animals della Stanford Encyclopedia of Philosophy.

Cliccando sui titoli qui sotto verrete reindirizzati alla scheda del libro. Avete altri suggerimenti di lettura sui temi di etica animale? Condivideteli nei commenti!

Peter Singer, Liberazione animale
Tom Regan, Gabbie vuote
Bernard Rollin, Il lamento inascoltato
Ralph Acampora, Fenomenologia della compassione

Peter Singer, “Liberazione animale. Il manifesto di un movimento diffuso in tutto il mondo” (il Saggiatore, 308 pp.)

 
Liberazione-animale-copIl libro in breve. Muovendo da una prospettiva utilitaristica, secondo la quale l’azione moralmente giusta è quella che massimizza la felicità del maggior numero possibile di individui, Singer argomenta che non c’è ragione per non estendere tale principio anche agli animali non umani. Il grado d’intelligenza o la capacità di pensare, infatti, non forniscono una base solida per dare agli animali una minore considerazione morale rispetto ad alcune categorie di umani (come neonati, anziani non autosufficienti o persone in coma). Riprendendo le tesi etiche di Bentham, Singer argomenta che la considerazione morale verso gli animali dovrebbe essere basata sulla loro capacità di provare dolore o sofferenza, anziché sulle loro facoltà intellettive. Su questa base, egli sostiene che gli interessi di tutti gli esseri senzienti, ossia capaci di soffrire, sono meritevoli di eguale considerazione: diminuire o negare tale considerazione per esseri appartenenti a specie non umane costituirebbe una discriminazione ingiustificata. In questo senso, Singer argomenta contro il cosiddetto “specismo”, l’atteggiamento che discrimina sulla base dell’appartenenza a una certa specie, come il razzismo discrimina in base all’origine etnica e il sessismo in base al genere sessuale. Singer ne conclude che adottare una dieta vegetariana è una soluzione pratica fondamentale per diminuire, e possibilmente estinguere, le sofferenze e le uccisioni animali.

Perché leggerlo. Liberazione animale è ormai un testo classico la cui prima edizione risale al 1975, ma è stato costantemente aggiornato da Singer nelle edizioni successive. A livello filosofico, il suo linguaggio e i suoi argomenti, parzialmente innovativi per l’epoca in cui fu redatto, sono diventati elementi comuni della discussione odierna sull’etica animale, tanto che in quest’ambito è difficile evitare di confrontarsi con termini come ‘specismo’ o argomentazioni come l’argomento dai casi marginali (forse recuperato dal neoplatonismo di Porfirio e aggiornato per i lettori moderni). A livello sociale, le indagini condotte da Singer sulla sperimentazione animale o sugli allevamenti intensivi e le principali soluzioni pratiche individuate nella condotta vegetariana, che per l’epoca erano pionieristiche se non addirittura “rivoluzionarie”, oggi costituiscono un patrimonio quasi comune nella conoscenza dei trattamenti verso gli animali e sono elementi fondamentali per la maturazione di una sensibilità morale più ampia.

Il filosofo autore. Peter Singer è professore di bioetica all’Università di Princeton e presso il Centre for Applied Philosophy and Public Ethics dell’Università di Melbourne. È specializzato in etica applicata, alla quale si approccia tramite una prospettiva utilitaristica laica.

Tom Regan, “Gabbie vuote. La sfida dei diritti animali” (Edizioni Sonda, 341 pp.)

 
gabbie-vuote-copIl libro in breve. La tesi fondamentale di Regan è che molti animali possiedono diritti inalienabili. Egli muove dalla constatazione che ogni individuo umano gode di diritti, indipendentemente dal suo livello di razionalità o autocoscienza o competenza linguistica o morale. Questo significa che, in generale, l’attribuzione di diritti agli esseri umani prescinde dal possesso di tali capacità. Al contrario, secondo Regan, essa dipende dal fatto che gli esseri umani sono “soggetti di una vita”, ossia individui dotati di una vita mentale complessa e capaci d’iniziare azioni. D’altra parte, anche molti animali non umani (almeno la totalità dei mammiferi) sono soggetti di una vita nel senso indicato. Pertanto, come gli esseri umani sono titolari di diritti in quanto soggetti di una vita, così anche molti animali possiedono diritti. Seguendo in parte la tradizione deontologica e giusnaturalistica, Regan sostiene che trattare un animale non umano come un mezzo per un fine significa violare i suoi diritti. Tuttavia, poiché ogni pratica che non rispetta i diritti è moralmente sbagliata, Regan conclude che tutte le pratiche che implicano l’uso degli animali come mezzi per un fine non rispettano i loro diritti e quindi sono sbagliate, a prescindere dai bisogni che le muovono e dai risultati che conseguono.

Perché leggerlo. Con Gabbie vuote Regan popolarizza le tesi già espresse nel suo più tecnico I diritti degli animali, ma senza concedere sconti sul piano argomentativo. Lo scopo dichiarato è tanto offrire un supporto razionale ai movimenti per i diritti animali quanto smuovere le coscienze di chi non ha ancora effettuato una scelta animalista o vegana. A questo proposito, risultano interessanti le batterie di controargomenti schierate da Regan sia per mostrare l’insufficienza delle posizioni classiche sui diritti fondate sul possesso di proprietà o facoltà tipicamente umane, sia per evidenziare i tratti di somiglianza o identità tra animali umani e non umani su cui basare l’attribuzione di diritti, sia infine per replicare alle incertezze sollevate dai cosiddetti “temporeggiatori”, cui anche Regan apparteneva, che ancora non si espongono a favore del rispetto verso gli animali. Quest’ultimo punto è rinforzato da un’analisi originale che enuclea le fallacie insite nella retorica del “benessere animale” – secondo Regan costruita a tavolino per giustificare lo sfruttamento – e da una descrizione delle trasformazioni concrete a cui l’essere umano sottopone gli animali per ridurli a strumenti.

Il filosofo autore. Tom Regan è professore emerito di filosofia presso la North Carolina State University, specializzato in teoria dei diritti animali. Riconosciuto come uno degli intellettuali che hanno maggiormente influenzato l’attuale movimento internazionale per i diritti degli animali, ha co-fondato la Culture & Animal Foundation, un’associazione senza scopo di lucro per promuovere la conoscenza e l’apprezzamento degli animali e migliorarne i modi in cui sono trattati nella società.

Bernard E. Rollin, “Il lamento inascoltato. La ricerca scientifica di fronte al dolore e alla coscienza animale” (Edizioni Sonda, 423 pp.)

 
lamento-inascoltato-copIl libro in breve. Nel quadro delle pratiche sociali che coinvolgono gli animali, Rollin si concentra sulle condizioni di vita degli animali impiegati nella sperimentazione scientifica. L’obiettivo è articolare una nuova etica che, senza danneggiare la ricerca, vada a beneficio degli animali, diminuendone la sofferenza. Rollin ritiene che il disinteresse per il dolore animale nella pratica sperimentale dipenda dal cosiddetto “senso comune scientifico”, il quale, contrariamente al senso comune ordinario, è scettico circa l’esistenza di esperienze mentali soggettive ascrivibili agli animali. Rollin rintraccia il fondamento di questo scetticismo in alcuni presupposti filosofici (come il positivismo e il comportamentismo) assunti da una parte degli scienziati. Dal misconoscimento della coscienza animale derivano non solo sofferenze per gli animali usati nella ricerca, ma anche un abbassamento qualitativo della ricerca stessa, poiché un’insufficiente attenzione alla mente animale può distorcere i risultati degli esperimenti. Tuttavia, Rollin sostiene che l’assenza d’interesse verso il dolore animale sia una componente inessenziale del punto di vista scientifico. Le sue argomentazioni favoriscono l’abbandono dei presupposti ideologici per riportare le acquisizioni morali del senso comune ordinario all’interno della scienza. L’auspicio è che una riappropriazione scientifica dei concetti di coscienza e dolore animali possa migliorare sia la condizione animale, sia la qualità dell’impresa scientifica.

Perché leggerlo. Il lamento inascoltato elabora un appello argomentato affinché la riflessione etica e la pratica sperimentale sugli animali collaborino e s’integrino. Tuttavia, Rollin non è un “filosofo in poltrona” che pontifica agli scienziati dalla sua torre d’avorio. Forte di una lunga esperienza sul campo e di una profonda conoscenza della medicina veterinaria e della storia della scienza, egli intesse un dialogo coi diversi “attori” coinvolti a vario titolo nel trattamento degli animali da laboratorio (veterinari, biologi, etologi, psicologi, allevatori) mantenendo una chiarezza di linguaggio apprezzabile anche dal lettore comune. In questo dialogo, permeato di umorismo e costituito tanto da argomenti filosofici quanto da aneddoti, resoconti scientifici e citazioni storiografiche, Rollin attiva un approccio dichiaratamente socratico, che porta l’interlocutore a esplicitare i propri principi morali e a delinearne le conseguenze. Ne emerge un’opera innovativa, che coniuga una concezione rigorosa della complessità mentale degli animali con un impegno radicale a generare cambiamenti sociali in loro favore.

Il filosofo autore. Bernard Rollin è professore di filosofia, scienze biomediche e scienze animali e bioetico universitario presso la Colorado State University. Considerato il fondatore dell’etica veterinaria, è stato uno dei riformatori (anche a livello legislativo federale) dell’impiego degli animali nella chirurgia didattica e nelle esercitazioni di laboratorio presso le scuole americane.

Ralph R. Acampora, “Fenomenologia della compassione. Etica animale e filosofia del corpo” (Edizioni Sonda, 247 pp.)

 
fenomenologia-compassione-copIl libro in breve. Partendo dalla constatazione che molti approcci etici classici fondano lo statuto morale degli animali sulla capacità di azione autonoma o sul possesso di coscienza o intelligenza, Acampora evidenzia almeno due punti deboli di queste teorie. In primo luogo, assumendo il pregiudizio antropocentrico e specista che marca una differenza netta (ritenuta “evidente”) tra animale umano e non umano, le teorie classiche partono svantaggiate perché sono costrette a giustificare le proprie posizioni, considerate “non evidenti”. In secondo luogo, proprio a causa dell’assunzione tacita di quel pregiudizio, esse cercano di colmare la differenza attribuendo rilevanza morale solo a quei caratteri umani rintracciabili negli animali non umani. Avvalendosi della fenomenologia e dell’ermeneutica, Acampora tenta di superare il pregiudizio antropocentrico, ridescrivendo l’umano e il non umano a partire dalle loro relazioni concrete. Perno di una descrizione adeguata dei rapporti interspecifici è il concetto di corpo vivente/vissuto, con le esperienze che gli sono connaturate. In particolare, Acampora rileva che l’esperienza della vulnerabilità corporea sorregge quella compassione tra le specie che non è pietà, ma riconoscimento di una comunanza di condizione, sulla cui base fondare un’etica interspecifica.

Perché leggerlo. Benché sia un testo complesso e non sempre di facile lettura, Fenomenologia della compassione affronta in modo originale la questione animale, ponendo le basi per un’etica fondata su un’ontologia descritta con metodo fenomenologico ed ermeneutico. A questo scopo, Acampora attinge alla concettualità elaborata nella tradizione filosofica “continentale” per introdurla in quella “analitica”, non per il gusto di contaminare linguaggi, metodi o stili, ma per proporre nuove risorse che consentano di ripensare la relazione fondamentale tra umano e non umano. Così, accanto alle argomentazioni di filosofi anglo-americani come MacIntyre, Nagel e Singer, si trovano quelle di filosofi continentali generalmente non considerati in ambito di etica animale: da Nietzsche a Husserl, da Heidegger a Merleau-Ponty. Particolarmente innovative sono le analisi filosofiche di luoghi come il giardino zoologico e il laboratorio scientifico, oltre alle argomentazioni volte a ricondurre (senza ridurre) le posizioni animaliste al quadro più ampio di un’etica ecologica.

Il filosofo autore. Ralph Acampora è professore di etica applicata e storia della filosofia moderna presso la Hofstra University. Redattore e collaboratore per importanti riviste antispeciste internazionali, ha scritto numerosi saggi sull’etica ambientale, sulla bioetica e sulla questione animale.
 


Ti è piaciuto il post? Dona a Filosofia Blog!

Cliccando sul pulsante qui sotto puoi donare a Filosofia Blog una piccola cifra, anche solo 2 euro, pagando in modo sicuro e senza commissioni. Così facendo contribuirai a mantenere i costi vivi di Filosofia Blog. Il servizio di donazioni si appoggia sul circuito il più diffuso e sicuro metodo di pagamento online, usato da più di 150 milioni di persone. Per poter effettuare la donazione non è necessario avere un account Paypal, basta avere una qualsiasi carta di credito o Postepay. Grazie!

Leave a Reply