Temi e protagonisti della filosofia

Plotino, Enneade III 7 (45: Su eternità e tempo), 13

Plotino, Enneade III 7 (45: Su eternità e tempo), 13

Giu 01

 

 

Brano precedente: Plotino, Enneade III 7 (45: Su eternità e tempo), 12

 

13. La rivoluzione (1), quindi, manifesta il tempo, in cui essa è. Il tempo stesso, invece, non deve più avere qualcosa in cui essere, bensì essere esso stesso un primo che è, in cui gli altri enti si muovono o stazionano uniformemente ed ordinatamente, ed illustrarsi [5] e prospettarsi al pensiero ‒ non, comunque, esser generato ‒ ad opera di qualcosa d’ordinato, vuoi stazionante vuoi mosso, meglio comunque ad opera di qualcosa di mosso: il movimento, infatti, rispetto alla stasi suscita meglio la conoscenza e l’avvento del concetto di tempo ed è più conoscibile quanto qualcosa si sia mosso che non quanto abbia stazionato. Perciò alcuni furono condotti [10] a dire che è misura del movimento anziché a dire che è misurato dal movimento e ad aggiungere che cos’è che è misurato dal movimento e a non dire che avviene per accidente per qualcosa di esso ed a dire queste cose nella direzione alternativa dell’argomento. Peraltro forse loro non hanno argomentato nella direzione alternativa: noi, dunque, non li abbiamo compresi, tutt’altro: benché abbiano chiaramente argomentato che la misura è conforme al [15] misurato, non abbiamo colto la loro nozione. Causa, dunque, del fatto che noi non comprendiamo è che mediante le composizioni scritte non hanno delucidato che cos’è, se misurante oppure misurato, siccome scrivevano per coloro che sapevano e li avevano ascoltati. Platone, comunque, disse che né è misurante né misurato da alcunché [20] nella sua essenza (2), bensì che la rivoluzione, in vista della manifestazione di esso, ha assunto qualcosa di minimo corrispondente ad una minima parte di esso, cosicché da qui si possa conoscere quale e quanto sia il tempo. Desiderando, orbene, delucidare la sua essenza, professa che è nato assieme al cielo secondo il paradigma dell’eternità, di cui è immagine [25] mobile giacché il tempo non è permanente, non essendo permanente neppure la vita con cui scorre e con cui cammina; «assieme al cielo», dunque, giacché tale vita crea anche il cielo ed un’unica vita attua cielo e tempo. Quindi, se questa vita potesse ritornare all’unità, insieme poserebbe anche il tempo ch’è in questa vita [30] e poserebbe il cielo, che non avrebbe più questa vita. Se dunque qualcuno, prendendo in considerazione il prima ed il poi di questo movimento (3), argomentasse ch’è tempo, giacché questo è un qualcosa, mentre argomentasse che il movimento più vero, che ha il prima ed il poi, non è un qualcosa, presenterebbe allora uno stranissimo assurdo concedendo che un movimento [35] inanimato abbia il prima e poi ed il tempo presso di sé e non concedendo questo al movimento conformemente a cui anche questo (4) è sussistente, conformemente a imitazione, e da cui il prima ed il poi son primariamente istituiti, essendo movimento spontaneo e generante ciascuno dei suoi atti così come [40] la successione e, assieme alla generazione, anche il trapasso diveniente dall’uno all’altro di essi. Perché quindi riconduciamo questo movimento del tutto (5) all’anima che lo racchiude e professiamo che è nel tempo e dunque non, ecco, anche il movimento dell’anima, il quale è espresso in una linearità perpetua? Perché quel ch’è prima di questa è eternità che non [45] lo percorre con essa né s’estende con essa. Questa (6) è quindi la prima sul versante del tempo ed ha generato il tempo e l’ha in possesso nel suo atto. Ebbene, come mai è dappertutto? Perché quella non è distante da nessuna parte del cosmo, come pure quella in noi non è distante da nessuna parte di noi. Se dunque qualcuno (7) argomentasse che il tempo è in una non-ipostasi od in una non-sussistenza, [50] andrebbe chiarificato che egli mente, giacché pronuncia “era” e “sarà”: infatti sarà ed era così come quello in cui enuncia che esso sarà. D’altronde contro costoro va argomentato in altro modo. Quest’altro argomento, dunque, si deve considerare oltre all’insieme di tutti quelli enunciati, cioè: quando si comprende di quanto sia proceduto un uomo che si muove, [55] si comprende anche la quantità del movimento, e quando si vede un movimento quale quello mediante le gambe, si vede anche che il movimento precedente in lui a questo movimento era d’un tot, giacché, ecco, per questo tot ha conservato il movimento del corpo. Si ricondurrà, dunque, il corpo mosso un tot di tempo al [60] movimento d’un tot ‒ questa è infatti la causa ‒ ed al tempo di quest’ultimo, e questo al movimento dell’anima che ha estensioni uguali. Ed il movimento dell’anima a che cosa? Qualsivoglia cosa cui si desidererà ricondurlo, è già inestesa. Questo (1), orbene, è l’a priori ed è quello in cui gli altri enti sono; esso, invece, non è più in qualcosa: infatti non avrà questo a priori. [65] E lo stesso vale per l’anima del tutto (9). Orbene, è anche in noi il tempo? È in ogni anima cotale e similmente in ognuna della stessa specie e tutte loro son una. Perciò il tempo non è diviso, così come neppure l’eternità, la quale è, in altro senso, in tutti gli enti della stessa specie.

 

Note

(1) Del cielo.

(2) Essenza: essere.

(3) Di questo movimento: del movimento del mondo sensibile.

(4) Questo: il movimento inanimato.

(5) Del tutto: dell’universo.

(6) Questa: l’anima.

(7) Critolao, peripatetico del II secolo a.C.

(8) Questo: il movimento dell’anima.

(9) Del tutto: del mondo.

 

La traduzione dal greco si basa sull’editio minor Henry-Schwyzer: Plotini Opera, ediderunt P. Henry et H.-R. Schwyzer, 3 voll., Oxford 1064-82 (1964, pp. 337-361).

 

Brano iniziale: Plotino, Enneade III 7 (45: Su eternità e tempo), 1

 

 


Ti è piaciuto il post? Dona a Filosofia Blog!

Cliccando sul pulsante qui sotto puoi donare a Filosofia Blog una piccola cifra, anche solo 2 euro, pagando in modo sicuro e senza commissioni. Così facendo contribuirai a mantenere i costi vivi di Filosofia Blog. Il servizio di donazioni si appoggia sul circuito il più diffuso e sicuro metodo di pagamento online, usato da più di 150 milioni di persone. Per poter effettuare la donazione non è necessario avere un account Paypal, basta avere una qualsiasi carta di credito o Postepay. Grazie!

Leave a Reply