Temi e protagonisti della filosofia

Esercizi con i dilemmi (1)

Esercizi con i dilemmi (1)

Mag 08

 

Premessa

Apprendere la filosofia richiede studio ed esercizio costanti. Ora, che l’apprendimento dell’attività filosofica esiga uno studio teorico continuo, appare scontato e banale. Meno scontato e banale, invece, è riconoscere che imparare a filosofare richieda anche l’esercizio assiduo. Difatti, se la filosofia è essenzialmente argomentazione, e se l’argomentazione è un’attività discorsiva che può essere imparata solo con la pratica quotidiana, allora la stessa attività filosofica esige esercizio per essere appresa. Sotto questo aspetto, forse la filosofia è molto simile ad altre attività, come la matematica, la musica o il disegno, il cui apprendimento richiede una buona dose di studio accompagnata da una opportuna quantità di pratica.

Dato che fare filosofia significa argomentare, allora l’esercizio filosofico non potrà essere separato dall’esercizio argomentativo. Così, dopo aver analizzato il dilemma (ossia un tipo di argomento molto usato nell’attività filosofica) sia dal punto di vista formale, sia dal punto di vista informale, potrebbe essere utile consolidare i concetti appresi mediante alcune esercitazioni. In passato, abbiamo elaborato un dilemma trattando della presunta morte della filosofia; in questo articolo e nel seguente, proporrò di esercitarci su un paio di dilemmi (non filosofici per iniziare), il primo ricavato dal cinema di fantascienza, il secondo dalla storia mediorientale.
 

Esercizio 1: “Chiunque vinca, noi perdiamo”

Una decina di anni fa uscì al cinema il film Alien vs Predator (Paul W.S. Anderson, 2004). Ne sono protagonisti due dei mostri alieni più celebri della finzione fantascientifica: gli Xenomorfi, la cui prima apparizione risale al film Alien (Ridley Scott, 1979), e gli Yautja, comparsi per la prima volta nel film Predator (John McTiernan, 1987) [1]. Già alla loro prima messa in scena, entrambe le specie aliene si dimostrano assai ostili nei confronti degli esseri umani: a farne le spese sono l’equipaggio di un’astronave in Alien e una squadra di forze speciali in Predator. Nelle serie di pellicole iniziate da questi film, le due razze aliene daranno ancora prova della loro implacabilità verso gli umani, ma con Alien vs Predator la storia si arricchirà di un elemento nuovo, appena accennato in precedenza: Xenomorfi e Yautja sono in guerra tra loro.

Non è un caso, infatti, che il motto promozionale del film, riportato sulla locandina, reciti: Whoever wins… we lose, ossia «chiunque vinca, noi perdiamo». Con ‘chiunque vinca’ possiamo intendere ‘chiunque sopravviva nello scontro tra Xenomorfi e Yautja’ e con ‘noi perdiamo’ possiamo intendere ‘noi esseri umani subiremo un danno molto elevato, presumibilmente grave e irreparabile’. Quindi, la frase della locandina può essere riscritta più precisamente così: «Chiunque sopravviva nello scontro tra Xenomorfi e Yautja, noi esseri umani subiremo un danno grave e irreparabile». Un motto davvero poco pubblicitario, ma sicuramente più adatto ai nostri scopi! Ebbene, come cercherò di provare, possiamo considerare questo enunciato come la conclusione di un dilemma, ricostruibile sulla base delle informazioni fornite sopra. A tale dilemma, possiamo accostare un argomento ausiliario, utile per rinforzarne le premesse condizionali.
 

1. Argomento ausiliario

[P1] Chiunque voglia e possa danneggiare qualcuno in modo grave e irreparabile, prima o poi lo farà.
[P2] Xenomorfi e Yautja vogliono e possono danneggiare gli esseri umani in modo grave e irreparabile.
[C1] Prima o poi Xenomorfi e Yautja danneggeranno gli esseri umani in modo grave e irreparabile.

2. Dilemma

[P3] Nello scontro tra Xenomorfi e Yautja, o sopravvivono gli Xenomorfi o sopravvivono gli Yautja.
[P4] Se sopravvivono gli Xenomorfi, prima o poi gli esseri umani subiranno un danno grave e irreparabile.
[P5] Se sopravvivono gli Yautja, prima o poi gli esseri umani subiranno un danno grave e irreparabile.
[C2] In entrambi i casi, prima o poi gli esseri umani subiranno un danno grave e irreparabile.
 
In questo modo, ho costruito un dilemma a partire dal motto in locandina e con l’appoggio di un argomento, le cui premesse sono accettabili da chiunque conosca le serie di film inaugurate da Alien e Predator. Prima di procedere con la lettura dell’articolo, provate a esercitarvi un po’ su questo dilemma, rispondendo ad alcune domande.

  • Di che tipo di dilemma si tratta? È un dilemma formalmente valido o invalido?
  • È possibile controbattere al dilemma passando tra le sue corna? E come?
  • È possibile replicare al dilemma afferrandolo per le corna? E come?
  • È possibile ribattere al dilemma formulando un controdilemma? E quale?

Avete provato a rispondere? Bene, allora tenete a mente le vostre risposte o appuntatevele, e proseguiamo. Come possiamo notare, il dilemma formulato è un dilemma costruttivo, poiché esibisce la seguente forma: “O p o q. Se p allora r. Se q allora r. Dunque r”. Più precisamente, adottando la nostra classificazione, possiamo descriverlo come un dilemma costruttivo inclusivo convergente. Trattandosi di una forma valida di ragionamento, il dilemma risulta inattaccabile da un punto di vista formale. Se però lo consideriamo sotto l’aspetto informale, possiamo osservare che non è solido quanto sembra.

Iniziamo passando tra le corna del dilemma, ossia criticando la premessa disgiuntiva: «Nello scontro tra Xenomorfi e Yautja, o sopravvivono gli Xenomorfi o sopravvivono gli Yautja». Il presupposto di tale premessa è che situazioni conflittuali tra due o più contendenti, come uno scontro o una guerra, conducano a un solo esito: la vittoria di un contendente e la perdita di tutti gli altri. Tuttavia, questo potrebbe non essere l’unico esito possibile di un conflitto, che invece potrebbe risultare sufficientemente violento ed esteso da portare alla distruzione totale di tutti i contendenti. Era questo, ad esempio, il rischio paventato negli anni della “guerra fredda”, quando ciascuna superpotenza in campo disponeva di un arsenale nucleare tale da bastare come deterrente a un attacco, in base al fatto che la risposta del difensore a un simile attacco avrebbe condotto alla completa disfatta dell’attaccante. Se lo scontro tra Xenomorfi e Yautja fosse tale da condurre all’annientamento di entrambe le specie – e non abbiamo motivo di credere il contrario – allora la premessa disgiuntiva sarebbe falsa.

Proseguiamo afferrando il dilemma per le corna, ossia criticando le premesse condizionali: «Se sopravvivono gli Xenomorfi, prima o poi gli esseri umani subiranno un danno grave e irreparabile» e «Se sopravvivono gli Yautja, prima o poi gli esseri umani subiranno un danno grave e irreparabile». Ora, le premesse presuppongono che la sopravvivenza di una sola delle due specie aliene costituisca in se stessa un pericolo per la specie umana, ma questo presupposto non è del tutto giustificato. Gli alieni sopravvissuti allo scontro, infatti, a qualunque specie appartengano, potrebbero uscirne talmente prostrati da non risultare più effettivamente pericolosi per gli esseri umani, oppure gli esseri umani stessi, una volta attaccati dagli alieni sopravvissuti, potrebbero essere così abili e organizzati da capovolgere le sorti del conflitto, dimostrandosi più forti, ostili o determinati dei loro avversari.

Infine, formuliamo un controdilemma, cercando di capovolgere – o comunque mutare – la prospettiva espressa nella conclusione del dilemma: «Che sopravvivano gli Xenomorfi o gli Yautja, prima o poi gli esseri umani subiranno un danno grave e irreparabile». Ecco un controdilemma possibile:

[P1′] Nello scontro tra Xenomorfi e Yautja, o sopravvivono gli Xenomorfi o sopravvivono gli Yautja.
[P2′] Se sopravvivono gli Xenomorfi, gli esseri umani dovranno difendersi da un solo nemico alieno.
[P3′] Se sopravvivono gli Yautja, gli esseri umani dovranno difendersi da un solo nemico alieno.
[C1′] In entrambi i casi, gli esseri umani dovranno difendersi da un solo nemico alieno.

Il controdilemma non confuta il dilemma di partenza, ma ne ridimensiona la portata cambiandone il punto di vista: mentre la conclusione del dilemma esprimeva una visione palesemente pessimistica, la conclusione del controdilemma ispira un atteggiamento moderatamente ottimistico. Non si nega, infatti, che affrontare una sola delle due specie aliene conduca a un danno grave e irreparabile per la specie umana, ma si suggerisce che l’entità di tale danno sia inferiore rispetto al danno che gli esseri umani avrebbero subito affrontando entrambe le specie aliene. Difatti, sostenere una battaglia su due fronti contemporaneamente è più impegnativo che combatterla su un solo fronte. Quindi, ben venga che una delle due razze aliene sia annientata nello scontro, purché questo concorra a ridurre il successivo danno per la specie umana.

E con questo abbiamo terminato il primo esercizio! A questo punto, però, prima di procedere con il secondo, torniamo alle domande che vi avevo posto: voi come avete risposto al dilemma? Siete fuggiti tra le sue corna oppure le avete afferrate? E con quali argomenti? Identici a quelli che ho proposto io oppure differenti, magari migliori? E se avete ribattuto con un controdilemma, quale avete escogitato? Elaborare le proprie strategie di risposta, esporle pubblicamente e discuterle con gli altri è un ulteriore modo d’impratichirsi nell’argomentazione, necessaria per l’attività filosofica.
 

Nota

[1] Per approfondire si vedano L. Bandirali e E. Terrone, Nell’occhio, nel cielo. Teoria e storia del cinema di fantascienza, Edizioni Lindau, 2008.
 
Post successivo: Esercizi con i dilemmi (2)
 


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